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n. 99 del 19 novembre 2008

Data: 20/11/2008

L'Unione europea dopo il G20

L'Ue si è presentata con una proposta unitaria al vertice G20 di Washington con l'obiettivo di rivedere le regole del mercato globale anche in chiave anti-protezionistica. Un primo risultato tangibile è stato un piano d'azione per rilanciare la crescita economica e ristabilire la fiducia sui mercati finanziari con misure concrete da prendere entro il 31 marzo 2009. E' già in calendario un nuovo vertice mondiale che si terrà nell'aprile 2009 a Londra, anche per verificare la messa in atto degli accordi presi a Washington.
I leader del G20 hanno espresso la convinzione che sia necessario ed urgente rafforzare la cooperazione finalizzata a rilanciare la crescita e riformare il sistema finanziario mondiale. L'Ue ha in primo piano la messa in discussione del ruolo finora avuto dal dollaro sui mercati mondiali, insieme alla necessità di rilanciare la funzione del Fondo Monetario Internazionale nella nuova architettura mondiale. E punta all'avvio di un processo che porti ad una riforma delle regole dell'economia di mercato che includa anche una riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e ad una progressiva armonizzazione degli standard sociali ed ambientali a livello globale.
Il presidente della Commissione europea Barroso ha sottolineato la necessità di azioni concrete per il rilancio dell'economia, tra cui la conclusione positiva del Doha round. Barroso ricorda che a Bruxelles è in preparazione un programma di rilancio economico che sarà presentato il 26 novembre che ruoterà «su una piattaforma comune di interventi, ma non su risposte uniformi perché la situazione dei paesi dell'Unione è molto diversa».
Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell'Unione europea, ha considerato storico l'evento di Washington, con Stati così diversi tra loro capaci di arrivare a conclusioni comuni. Forse è presto per dirlo, ma potrebbero esservi le premesse per un tramonto del G8 e la creazione di un "nuovo ordine mondiale" aperto ai paesi emergenti. In questo nuovo contesto alcuni analisti prevedono un possibile ridimensionamento del ruolo dell'Europa, sia in termini di competitività che di peso e incidenza sull'economia globale.
Un eventuale declino europeo, in realtà, dipende solo da noi, considerato che all'Ue si presenta l'occasione di giocare un ruolo primario e di assumersi maggiori responsabilità nel contribuire a un nuovo quadro di regole per gestire la globalizzazione.
Un momento in cui tutti chiedono più regole globali e il rilancio della crescita può obiettivamente riservare all'Europa un ruolo da protagonista. Non soltanto perché l'Europa a 27 - senza contare la forte integrazione economica e commerciale di molti paesi candidati all'adesione o parte della politica europea di vicinato – è il primo mercato al mondo per PIL, import e export; ma anche perché siamo i primi (e sostanzialmente gli unici) ad aver inventato un metodo per decidere insieme rinunciando a parte della nostra sovranità per poter risolvere problemi comuni. E proprio questa esperienza e know how dà all'Europa un prestigio e una credibilità unica di fronte ad crisi da cui si potrà uscire solo dimostrando capacità di collaborazione.
Carlo Corazza
Direttore della Rappresentanza a Milano


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