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n. 103 del 17 dicembre 2008

Data: 17/12/2008

L'Europa supera la prova del clima: un bilancio positivo per la presidenza francese

Il vertice che si è appena chiuso a Bruxelles è stato definito "storico" dallo stesso presidente di turno Nikolas Sarkozy. Sicuramente arriva al termine di una delle presidenze più impegnative degli ultimi anni che ha dovuto affrontare una serie di ostacoli ed imprevisti, veri e propri banchi di prova per la capacità della nuova Europa allargata a 27 di avere una sua tenuta ed unità.
L'agenda stessa del Consiglio fa capire in quali mari agitati navighi l'Europa: portare a buon fine un processo di riforma istituzionale iniziato oltre 10 anni fa, fermato da ben tre voti referendari negativi ma indispensabile per l'UE allargata; comporre interessi rilevanti e complessi e mantenere credibilità nei confronti dell'opinione pubblica e del resto del mondo su lotta ai cambiamenti climatici e sicurezza energetica; trovare una via d'uscita ad una crisi che molti pronosticano come peggiore di quella del '29.
L'Italia ha giocato con una certa abilità la partita sul pacchetto-clima, consapevole dei pesanti interessi della nostra industria, anche se forse ha ecceduto nel contrapporre le ragioni della crescita a quelle dell'ambiente, che nell'ottica di quasi tutti gli altri Stati membri trovavano importanti sinergie. Probabilmente la posizione negoziale piuttosto dura, che si è talvolta scontrata (vedi emissioni auto) e talvolta affiancata a quella tedesca, ha anche contribuito a riequilibrare una certa penalizzazione subita rispetto ad alcune proposte iniziali. Sono in parte stati attenuati rischi di delocalizzazione, anche se molto resta da fare sul piano del commercio internazionale e dei futuri negoziati globali sul clima, per evitare seri rischi di dumping ambientale.
Il nostro paese dovrà ridurre del 13% le proprie emissioni di CO2 rispetto al 2005, non male considerato che il nostro paese ha aumentato le sue emissioni rispetto al 1990, (il riferimento per Kyoto) anziché ridurle. L'Italia avrebbe voluto poter comprare all'estero diritti ad inquinare per il 6% di questo 13%, la presidenza francese le è venuta incontro alzando il limite dal 3% al 4%. Maggiore flessibilità è stata anche ottenuta riguardo all'onerosità dei diritti ad inquinare per cui sono state previste ulteriori deroghe.

Carlo Corazza
Direttore della Rappresentanza a Milano

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Sito web: http://ec.europa.eu/italia/milano/editorialimilano/n._103_del_17.12_it.htm


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