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Data: 05/11/2009

E' un dato di fatto storico che grazie al superamento dello Stato nazione e il cd metodo comunitario dopo la guerra si è riusciti a mettersi intorno ad un tavolo e discutere su come risolvere problemi comuni con soluzioni comuni. Questo metodo ha pienamente funzionato ed è un grande successo della nostra storia dopo due guerre e divisioni devastanti. Da 6 Stati siamo arrivati a 27 riunificando il continente su basi di pace, democrazia e rispetto dei diritti fondamentali. Abbiamo creato il più grande mercato del mondo fondato su libertà e regole a garanzia del nostro modello sociale, della concorrenza e di interessi diffusi quali l'ambiente e i consumatori. E cerchiamo di far sentire la nostra voce nel mondo proprio per promuovere questi nostri valori. Pace, rispetto dei diritti umani, tutela sociale e dell'ecosistema; e lotta alla povertà e alle malattie in linea con i "Millenium goals" stabiliti dall'ONU.

Questa è l'Europa forte e generosa in cui i nostri cittadini sostengono oltre la metà dell'aiuto umanitario e dell'aiuto alla cooperazione allo sviluppo mondiale. E' l'Europa che è leader nella battaglia per frenare il surriscaldamento del pianeta e che è in prima linea nel promuovere i diritti fondamentali e contrastare i dittatori.

Si dirà che l'Europa non è abbastanza forte, che non fa abbastanza, che dovrebbe fare di più; e che talvolta è debole perché troppo divisa. Vero, verissimo. E allora andiamo nel merito, guardiamo alla realtà per cercare di migliorare, anche con l'entrata in vigore del nuovo Trattato di Lisbona, un'Unione non ancora del tutto adeguata alle grandi sfide che ci attendono. Screditare l'Europa agli occhi dei cittadini – vera forza e sostegno dell'UE – facendoli allontanare proprio nel momento in cui c'è più bisogno della loro partecipazione al progetto europeo per affrontare uniti la complessità del mondo, mi sembra davvero poco lungimirante.

Carlo Corazza
Direttore della Rappresentanza a Milano


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