English version

Alcune cose che l’Europa ci ha chiesto di fare

Data: 29/11/2011

Fisco, dogane, università, caccia, lavoro, sicurezza marittima, trasporto aereo, circolazione dei capitali: tutti i recenti richiami della Commissione europea al nostro Paese.


25 Novembre 2011

Questa settimana da Bruxelles è giunta una sfilza di richieste indirizzate al nostro Paese.
Riguardano l’applicazione di norme europee da tradurre in leggi dello Stato.
In alcuni casi c’è già il rimando alla Corte di giustizia europea, in altri c’è ancora tempo prima che si verifichi questa condizione.
Eccole in rassegna.


Fiscalità

La Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia europea per l'esenzione Iva concessa sulle navi. A norma della direttiva Iva l'esenzione può essere concessa, a talune condizioni, al rifornimento e al vettovagliamento delle navi utilizzate in alto mare. L'esenzione può essere concessa anche per la cessione, la trasformazione, la riparazione, la manutenzione, il noleggio e la locazione di tali navi. Quella prevista dalla legislazione italiana non è in linea con quanto consentito dalla direttiva: se uno Stato membro estende l'applicazione delle esenzioni, come fa l'Italia, crea una disparità tra gli Stati e di conseguenza determina distorsioni della concorrenza nel mercato interno. La questione è pertanto rinviata alla Corte di giustizia.


Dogane

La Commissione europea ha chiesto all'Italia di introdurre procedure di ricorso per le domande di sgravio o rimborso dei dazi doganali. In alcuni casi l'Italia non consente una revisione giudiziaria delle decisioni negative: secondo il massimo livello di giurisprudenza italiana queste decisioni non possono essere contestate perché ritenute di natura politica.
Conformemente all'articolo 239 del Codice doganale dell'Unione europea, le imprese che si trovano in condizioni particolari possono chiedere uno sgravio o un rimborso dei dazi versati, presentando richiesta all'ufficio doganale nazionale.
Ma se le imprese intendono fare ricorso contro una decisione negativa dell'autorità doganale italiana, lo Stato non riconosce loro la tutela giudiziaria per qualunque decisione relativa a questa materia.
L'articolo 234 del Codice doganale Ue e i principi generali del diritto unionale prevedono il diritto di ricorso contro qualunque decisione presa da un'autorità doganale nazionale. La Commissione ritiene che non vi possano essere eccezioni a questa norma: essendo un pilastro fondamentale dell'ordinamento giuridico dell'Ue, si configura una violazione del diritto unionale da parte dell'Italia.
La Commissione ha inoltrato la richiesta sotto forma di parere motivato, avviando la seconda fase del procedimento d'infrazione. Se le autorità italiane non dovessero porre rimedio alla situazione entro due mesi la Commissione europea potrebbe decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue.


Attrezzature a pressione trasportabili

La Commissione europea ha invitato l’Italia ad adottare una normativa nazionale in materia di attrezzature a pressione trasportabili, conformemente agli obblighi previsti dal diritto Ue. La direttiva inerente doveva essere recepita entro il 30 giugno 2011.
La richiesta della Commissione è formulata sotto forma di parere motivato e se l'Italia non informerà entro due mesi la Commissione in merito alle misure adottate per assicurare il pieno rispetto della direttiva, la Commissione potrà deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Ue.


Professori universitari

La Commissione europea ha chiesto all'Italia di riconoscere le qualifiche equivalenti ottenute in un altro Stato membro da stranieri che si candidano per posti di professore ordinario in Italia. Secondo le norme vigenti in Italia, nelle selezioni per posti di professore ordinario per i candidati che non rivestono la qualifica di professore associato è prevista una prova didattica.
La prova è obbligatoria per chi ha conseguito in altro Stato membro qualifiche equivalenti a quella di professore associato, mentre non è prevista per chi è in possesso del titolo analogo conseguito in Italia.
La Commissione ritiene che il fatto di riservare un trattamento diverso ai candidati che hanno acquisito qualifiche di professore associato in altri Stati membri equivalenti a quelle acquisite in Italia sia una discriminazione indiretta basata sulla cittadinanza e ciò è contrario alle norme Ue sulla libera circolazione dei lavoratori.
Anche qui la richiesta della Commissione è stata inviata come parere motivato nell'ambito del procedimento d'infrazione dell'Ue. L'Italia ha a disposizione i soliti due mesi per informare l’Ue circa le misure attuate per adeguare la legislazione, altrimenti la Commissione potrà decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia di Lussemburgo.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1801,00.html


•   altre informazioni 1
•   altre informazioni 2


Pagina precedente