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Agroalimentare: i sussidi non sempre portano valore

Data: 16/04/2013

Per la Corte dei conti europea non è provato che i sussidi a favore delle imprese di trasformazione di prodotti alimentari diano valore aggiunto. Obiettivi troppo generali. Nell'audit esaminati anche casi italiani.


10 Aprile 2013


Con la Politica agricola comune le imprese che lavorano e vendono i prodotti agricoli possono accedere a sovvenzioni erogate nel quadro della politica di sviluppo rurale dell'UeE tramite una misura di sostegno detta “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”, che serve a migliorare la competitività del settore agricolo e forestale.

Per il periodo 2007 - 2013, la dotazione di bilancio Ue della misura di sostegno è di 5,6 miliardi di euro. Ai fondi Ue si aggiungono quelli nazionali, portando il finanziamento pubblico totale a 9 miliardi di euro.

Gli Stati membri devono redigere i programmi di sviluppo rurale conformando l'aiuto finanziario alle proprie necessità tramite obiettivi nazionali o regionali e stabilendo l'estensione della misura, per garantire che i fondi a disposizione siano impiegati in modo efficiente.

Ma la Corte dei Conti europea (Eca) ha riscontrato che erano stati stabiliti soltanto obiettivi generali, che non dimostravano come il finanziamento avrebbe dovuto aggiungere valore ai prodotti agricoli o migliorare la competitività dell'agricoltura.
Nonostante tale mancanza di specificità, la Commissione europea ha approvato i programmi.

L'audit espletato dall'Eca ha riguardato sei programmi di sviluppo rurale nazionali e regionali, selezionati principalmente a motivo della loro dimensione: Spagna (Castilla y León), Francia, Italia (Lazio), Lituania, Polonia e Romania.

L'Eca ha riscontrato che gli Stati membri non destinano i fondi a progetti per cui la necessità di un sostegno pubblico è dimostrabile.
In assenza di tale necessità la misura diventa un sostegno generale alle imprese che investono nel settore della trasformazione dei prodotti alimentari, con rischi di distorsione della concorrenza e di spreco di fondi pubblici limitati.

Quasi il 20 % dei fondi Ue destinati al miglioramento della competitività dell'agricoltura viene erogato a imprese di trasformazione di prodotti alimentari, ma i meccanismi di monitoraggio e valutazione non raccolgono informazioni sul valore aggiunto o sugli effetti indiretti sulla competitività dell'agricoltura.

Non è verosimile che gli attuali meccanismi forniscano le informazioni necessarie a comprovare l'uso proficuo dei fondi assegnati alla misura, né a migliorarne l'efficacia ed efficienza per il periodo 2014 - 2020.

L'audit e la relazione
Nella relazione speciale “Il sostegno finanziario dell'Ue all'industria di trasformazione alimentare è stato efficace ed efficiente nell'aggiungere valore ai prodotti agricoli?”, la Corte dei conti europea ha verificato se la misura sia stata concepita e attuata in modo da consentire l'efficiente finanziamento di progetti che soddisfino bisogni chiaramente identificati; e se detta misura sia monitorata e valutata in maniera tale da consentire di dimostrarne i risultati.

Nel contesto dell'audit, i progetti sono stati considerati efficaci se erano sostenibili ed avevano contribuito a conseguire sia specifici obiettivi del programma di sviluppo rurale per la misura sia ad aggiungere valore ai prodotti agricoli.
Il finanziamento è stato considerato efficiente se l'effetto inerziale è stato limitato e se un eventuale effetto di spiazzamento era giustificato.

Nell'ambito dell'audit, sono stati esaminati i programmi di sviluppo rurale ed i sistemi di gestione degli Stati membri, e sono stati effettuati sopralluoghi per esaminare 24 progetti completati aventi per oggetto la trasformazione dei prodotti alimentari, inclusi quattro progetti designati dagli Stati membri come esempi di migliori pratiche.

Il resto dei progetti è stato selezionato dall'Eca, al fine di ottenere una gamma di progetti tipica, rappresentativa di quelli finanziati negli Stati membri interessati.

L'Eca ha rilevato che i progetti per lo più hanno migliorato i risultati finanziari delle imprese interessate ed è verosimile che alcuni dei progetti controllati conseguano un certo valore aggiunto.
Il merito non è però del modo in cui è stata concepita la misura, né delle procedure di selezione impiegate dagli Stati membri.

Mancavano elementi probatori atti a dimostrare che le imprese sovvenzionate necessitavano di un sussidio, o a dimostrare gli specifici obiettivi di politica che il sussidio era inteso conseguire.

La Corte ha concluso che il sostegno finanziario non è stato sistematicamente destinato a progetti che aggiungono valore ai prodotti agricoli in modo efficace ed efficiente.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,74_ART_2678,00.html


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