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N. 697 del 12 luglio 2005

Data: 12/07/2005

Newsletter della Rappresentanza in Italia della Commissione europea

L’Euro-Attualità

L’Europa interviene per proteggere le coste dall’inquinamento
di Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione europea, e Corien Wortmann-Kool, membro del Parlamento europeo

L’Europa ha già reagito con determinazione agli ultimi disastri marittimi, ma è necessario un ulteriore sforzo

Oggi il Consiglio dei ministri adotterà una nuova normativa nel settore della sicurezza marittima, destinata a proteggere più efficacemente le coste e le acque europee dall’inquinamento da idrocarburi. Gli incidenti delle petroliere Erika e Prestige hanno provocato l’inquinamento di centinaia di chilometri di coste, suscitando viva preoccupazione nell’opinione pubblica europea. Ogni anno lungo le coste europee le navi trasportano circa un miliardo di tonnellate di petrolio. A parte gli incidenti, l'inquinamento da idrocarburi è dovuto anche agli scarichi illeciti in mare effettuati regolarmente dalle navi. Lo sversamento in mare è forse meno visibile dei grandi disastri, ma rappresenta la fonte principale di inquinamento da idrocarburi a livello mondiale ed è un grave problema per l’Europa. Ogni anno nel Mediterraneo vengono scaricate fra 100.000 e 150.000 tonnellate di petrolio.
La maggior parte dei paesi fa ben poco, o addirittura nulla, per contrastare gli scarichi illeciti. L’Europa ha già reagito con determinazione agli ultimi disastri marittimi, ma è necessario un ulteriore sforzo per garantire che tutti gli operatori dell'industria marittima adottino un comportamento pienamente responsabile.
Considerata la dimensione globale del trasporto marittimo, è difficile far rispettare la normativa nazionale, soprattutto alle navi in transito battenti bandiera di un paese terzo. Oggi esiste un complesso di norme internazionali per la sicurezza marittima, definito in una serie di convenzioni elaborate nell’ambito dell'Organizzazione marittima internazionale (International Maritime Organisation, IMO), un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite. La maggior parte degli Stati e degli operatori marittimi rispetta queste norme, ma i loro sforzi sono vanificati da una minoranza che, non rispettando le regole, danneggia l’immagine del settore e costituisce un rischio permanente per le nostre coste, i loro habitat naturali e le comunità locali.
I grandi disastri e gli scarichi di minore entità, ma ben più frequenti, fanno emergere una triste realtà: le norme internazionali in vigore non sono in grado di contrastare efficacemente le cause dell’inquinamento marittimo lungo le coste europee. Per garantire l’applicazione del diritto internazionale sono necessarie istituzioni sovranazionali capaci di controllare il rispetto delle norme e assicurarne l’applicazione. L’UE offre il valore aggiunto necessario per garantire il rispetto delle norme internazionali. L’applicazione rigorosa ed efficace delle norme internazionali da parte di un grande blocco commerciale come l’UE, costituito da 25 Stati membri e che rappresenta il 24% della flotta mondiale, aiuta a rafforzare la loro credibilità anche nei confronti delle navi battenti bandiera di un paese terzo. La Corte di giustizia delle Comunità europee garantisce in ultima istanza l’applicazione efficace e uniforme delle norme.
Ovviamente, le norme europee non devono entrare in conflitto con quelle internazionali. L’Europa ha tuttavia il diritto di utilizzare il margine di manovra lasciato dalla normativa internazionale per introdurre norme più specifiche per le acque territoriali, adottando una regolamentazione che tenga conto delle particolari condizioni ambientali ed economiche (si pensi ad esempio alle zone di pesca) esistenti lungo le sue coste.
Da diversi anni l’Unione europea lotta contro le navi non conformi ai requisiti di sicurezza. L’Europa ha promosso un miglioramento delle norme internazionali, come il ritiro progressivo delle petroliere a scafo unico su scala mondiale e l’aumento dei risarcimenti per le vittime dell’inquinamento da idrocarburi. Inoltre ha integrato le norme internazionali esistenti introducendo controlli più severi nei porti comunitari, un controllo più efficace delle società di classificazione e un monitoraggio più intensivo del traffico marittimo. La nuova Agenzia europea per la sicurezza marittima svolge un ruolo fondamentale in tal senso.
Oggi esiste un accordo fra il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri dei 25 Stati membri dell’Unione europea per l’adozione di nuove norme in materia di inquinamento provocato dalle navi. Le nuove norme, di fondamentale importanza per la sostenibilità delle coste e delle acque europee, aggiungono la tessera mancante al mosaico, consentendo di combattere in maniera più efficace rispetto al passato gli scarichi illeciti di petrolio nell'UE. Finora solo il proprietario e il capitano della nave potevano essere ritenuti responsabili dell’inquinamento.

Sito web: http://europa.eu.int/italia

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