Data: 25/06/2013
Con una risoluzione la Commissione Cultura del Parlamento europeo ha steso le basi per un intervento a largo raggio, su lavoro, formazione e sistema sociale. Serve ridurre il peso fiscale, ma per il momento l’Iva non si tocca.
D.C.
19 Giugno 2013
La Commissione Cultura del Parlamento europeo ha votato una risoluzione in cui si afferma l'alto potenziale dell'industria culturale e creativa europea e si formulano richieste per renderla sistematica.
La cultura contribuisce al Pil europeo in una misura che oscilla fra il 3,3 e il 4,8%, dando lavoro a 7 milioni di persone. Per la relatrice del testo, la francese Marie-Thérèse Sanchez-Schmidt, il trend dell'industria culturale è e deve essere crescente e perciò deve essere guidato a stabilizzare e aumentare le opportunità di lavoro, specie quello giovanile.
Meno tasse Per decollare, si afferma, l'industria culturale ha bisogno di un alleggerimento del peso fiscale. La Commissione Cultura non ha approvato la proposta di Sanchez Schmidt di ridurre l'Iva sul beni culturali. Ha però evidenziato la necessità di un'armonizzazione delle imposte sui beni culturali, soprattutto allo scopo di facilitare il lavoro transfrontaliero delle Pmi. Il testo adottato parla anche di supportare i partenariati pubblico privati, le iniziative di sostegno (sponsorizzazioni) e l'accesso facilitato ai programmi come Media ed Europa Creativa.
Formazione e lavoro Considerato che una buona fetta dei lavori creati dall'industria creativa e culturale sono destinati ai giovani, le università e i centri di formazione in genere dovrebbero allineare la propria azione al tema dell'imprenditorialità, ossia indirizzarsi a seminare la cultura della creazione d'azienda. In tal senso vanno esplorate le sinergie fra centri di ricerca e aziende già affermate, in modo da creare patti per lo scambio di conoscenze e best practice professionali.
Tesserino d'artista Infine il testo invita a creare uno status sociale di professionista indipendente nel campo culturale e creativo, che sia riconosciuto da assicurazioni, fondi pensione, assistenza sociale e che preveda il riconoscimento di sussidi per i periodi di non impiego.
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