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n. 19 del 2 aprile 2007

Data: 02/04/2007

Newsletter della Rappresentanza in italia della Commissione europea

il punto del Direttore
"Entre ceux qui voudront"

La dichiarazione di Berlino del 25 marzo, preparata dalla presidenza tedesca e firmata dal cancelliere Merkel a nome dei 27, dal presidente del Parlamento europeo Pöttering e dal Presidente della Commissione europea Barroso, è stata accolta con prudente scetticismo dalla stampa internazionale.

Essa preannuncia la fine della pausa di riflessione decisa dal Consiglio europeo del giugno 2005 dopo il risultato negativo dei referendum costituzionali in Francia e nei Paesi Bassi.

La dichiarazione non risolve - e non era chiamata a risolvere - il quesito intorno al quale si muove dal maggio di due anni fa l'Unione europea: quale sarà il destino del Trattato-costituzionale firmato dai 27 a Roma il 29 ottobre 2004?

Senza citarlo, la dichiarazione constata in fine la volontà comune dei 27 di rinnovare, prima delle elezioni europee del 14 giugno 2009, le fondamenta comuni dell'Unione europea.

Di più, non poteva dire la dichiarazione perché né gli olandesi più che i francesi né polacchi, cechi e britannici erano disposti a parlare esplicitamente del Trattato che pur hanno negoziato le modifiche al testo varato dalla Convenzione nella CIG sotto presidenza irlandese e lo hanno solennemente sottoscritto nella Sala degli Orazi e Curiazi del Campidoglio.


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