English version

Sette regole d’oro per comunicare la cooperazione

Data: 30/01/2015

L’Anno Europeo per lo Sviluppo (EYD2015) sarà una grande opportunità per comunicare i temi dello sviluppo e della cooperazione. L’idea che accompagna quest’anno tematico è proprio quello di allargare il pubblico a cui comunicare i temi dello sviluppo globale cercando di far percepire all’opinione pubblica il cambiamento in atto nei così detti paesi del sud del mondo. Si avverte la necessità di comunicare in maniera più efficace il lavoro delle nostre organizzazioni anche utilizzando nuovi messaggi e nuovi strumenti. Si tratta però di una sfida difficile per il nostro settore soprattutto a giudicare dai messaggi e dalle immagini che ancora vengono veicolate quotidianamente. Nonostante le tante parole spese negli ultimi anni per cercare una nuova narrazione dello sviluppo e le tante buone pratiche di cambiamento, il grosso della nostra comunicazione si ostina a puntare su luoghi comuni, stereotipi e cliché legati alla povertà, alla malnutrizione e alla condizione dell’infanzia nel sud del mondo. Se non ne siete convinti andatevi a guardare lo spot di una grande ONG internazionale che proprio in questi giorni sta andando in onda su tutti i canali televisivi. Sempre la solita storia, per un rid o un’adozione si spiattellano in TV fermi immagine di bimbi estremamente malnutriti, flebo al braccio, sguardi impietriti che supplicano aiuto.

In Italia non esiste un codice di condotta concordato a livello settoriale dalle ONG sul fronte dell’etica della comunicazione che fissi regole minime su come veicolare immagini e messaggi relativi ai contesti dove operiamo.
Ci hanno pensato invece in Irlanda, dove la rete nazionale delle ONG con il supporto della Cooperazione irlandese hanno elaborato e sottoscritto un Codice di Condotta che è accompagnato da una guida per la sua attuazione.

Nella guida si trovano diversi spunti di riflessione che prima o poi dovranno essere presi in seria considerazione dagli operatori delle ONG, in particolare quelli che si occupano di raccolta di fondi, comunicazioni e advocacy. La riflessione però non si deve fermare a questo livello, serve coinvolgere i dirigenti e la governance delle organizzazioni non governative e i loro fornitori, agenzie di comunicazione, creativi, fotografi, giornalisti e copywriter.

Il Codice chiede ONG di riflettere criticamente sui messaggi che stanno ritraendo, ponendosi delle domande sul linguaggio che usano, e le implicazioni dell’utilizzo dei diversi termini. Quando si tratta di immagini, la questione non è meno importante. Non si tratta solo di utilizzare immagini negative o positive, ma di utilizzare quelle che possono modificare lo stereotipo.
Il Codice invita le organizzazioni a presentare un’immagine realistica della vita delle persone che ritraggono, che spesso sono partner o beneficiari dei nostri progetti. Si propone poi di diversificare le voci, le prospettive e le rappresentazioni pubbliche dei contesti dove si opera per esempio evitando che i colleghi espatriati o i giornalisti stranieri siano il solo ed unico medium della comunicazione.

Qui di seguito riportiamo i sette principi su cui si basa il Codice:
1. Scegliere le immagini e i messaggi correlati in base a valori di rispetto, uguaglianza, solidarietà e giustizia.
2. Rappresentare in modo onesto ogni situazione rappresentato il contesto specifico e quello più ampio, in modo da migliorare la comprensione pubblica delle realtà e la complessità dello sviluppo.
3. Evitare immagini e messaggi che possano creare uno stereotipo, discriminare persone, situazioni o luoghi e/o creare sensazionalismo.
4. Utilizzare immagini, messaggi, e casi di studio con la piena comprensione, partecipazione e autorizzazione dei soggetti coinvolti (o dei genitori dei soggetti).
5. Garantire a coloro che sono direttamente coinvolti nella situazione che viene rappresentata la possibilità di comunicare le loro storie o la loro versione dei fatti.
6. Chiedere e registrare se i soggetti desiderano essere nominati o identificati e agire sempre di conseguenza.
7. Agire conformemente agli standard più elevati in materia di diritti umani e protezione delle persone vulnerabili.

Non mancano altri suggerimenti importanti sulla gestione sei social network che amplificano facilmente i messaggi e ne moltiplicano la portata. Alcuni operatori suggeriscono per esempio l’utilizzo esclusivo di immagini originali che possano essere circostanziate e referenziate citando il luogo, il periodo e la situazione in cui sono state prodotte. Evitare quindi l’utilizzo di immagini di repertorio che non hanno un riferimento preciso rispetto al testo che le accompagna.


•   altre informazioni


Pagina precedente