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n. 75 del 19 marzo 2008

Data: 19/03/2008

Mucca o ricerca? Su cosa punterà il bilancio Ue

Volete capire dove va l'Unione europea? Piccolo consiglio prepasquale: seguite nei prossimi mesi il dossier PAC, la politica agricola.
Nove cittadini su dieci ritengono che la politica agricola svolga un ruolo essenziale per il futuro dell'Europa, e ben sei su dieci pensano che il bilancio della PAC (che assorbe ancora oggi circa il 40% delle risorse complessive dell'UE) debba restare invariato o aumentare nei prossimi anni. Questi dati emergono da un recente sondaggio dell'Eurobarometro, e vengono confortati dal Parlamento europeo che, in una recente presa di posizione, si è espresso contro un ridimensionamento della politica agricola europea e degli aiuti previsti per gli agricoltori (con 510 voti favorevoli su 678). Da mesi la Commissione ha lanciato un "health check" sulla PAC per valutare gli effetti della riforma lanciata nel 2003. In (casuale?) contemporanea, la Commissione stessa ha lanciato una consultazione sul bilancio dell'UE (ancora aperta a tutti fino al 15 aprile) in vista della sua revisione.
E da molto tempo in molti si domandano se, nel contesto attuale di un'economia globalizzata messa al centro dell'analisi e dell'azione europea dalla strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, abbia ancora senso destinare quasi metà delle risorse (scarse, circa l'uno per cento del PIL dei 27 Paesi) di bilancio a un settore che impiega ormai soltanto il 2% o poco più della forza lavoro dell'Unione.
Fu Tony Blair nel suo discorso d'apertura del semestre britannico un paio d'anni fa a chiedersi se è ancora il caso per l'Europa del XXI° secolo dare più soldi alle mucche che alla ricerca, all'innovazione, alla conoscenza e, infondo, alle persone.
Affaire à suivre, direbbero i francesi, che sull'argomento hanno le idee chiare (e non sempre coincidenti con quelle degli inglesi).

Matteo Fornara
Rappresentanza a Milano

P.S. un veloce saluto a Roberto, che ci ha salutato sulla Newsletter della settimana scorsa. Del resto, noi "milanesi" (come ci chiama lui) con il nostro accento "padano" (sempre lui), l'abbiamo chiamato per sei anni "Santagnello": allora è ovvio che non potesse arrivare a Pasqua (prima battuta). In bocca al lupo (seconda battuta).
Benvenuto Carlo.


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