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N. 361 Feb 2008

Data: 19/02/2008

Newsletter dell'AICCRE

Testamento biologico: la politica torni al servizio dell'uomo
"Le ragioni dell'uguaglianza devono diventare parte integrante delle decisioni dei politici così come le esigenze pratiche delle persone". Da queste premesse del Segretario generale dell'Aiccre Roberto Di Giovan Paolo si è aperto l'incontro "Testamento biologico: una questione europea aperta", che si è tenuto venerdì 15 febbraio presso l'Aiccre. "Bisogna dire basta - ha proseguito Di Giovan Paolo - alla politica/spettacolo che si consuma nella scatoletta quadrata della televisione e affrontare temi, come questo, che sono etici ma che investono di responsabilità sia la politica nazionale che quella degli enti locali e regionali". Ha moderato il dibattito Adriana Pannitteri, giornalista Rai. "La mia esperienza - ha detto - è partita all'indomani della morte di Piergiorgio Welby e all'appello del Presidente Napoletano su questo tema.La questione di cui ci occupiamo riguarda la libertà personale e di cura ma è necessario uno studio attento anche del quadro normativo". Serve una legge sul testamento biologico?
"E' frustrante che da quattro legislature il Parlamento italiano non sia stato capace di dare risposta su un tema, quale quello del testamento biologico, su cui la maggioranza degli italiani ha le idee chiare". Così Ignazio Marino, presidente della commissione Sanità del Senato. "'Non credo - ha proseguito il senatore - vi sia alcun dubbio su cosa pensano gli italiani su tale argomento. Ritengo che l'80-90% sappia chiaramente cosa vuole e senta l'esigenza di un pronunciamento. Tuttavia è frustrante che il Parlamento, ancora una volta, non abbia saputo farlo. Noi abbiamo fatto un lavoro profondo, con 49 audizioni e due volumi pubblicati. Il compito dei parlamentari però è di dare risposte concrete, non fare ricerca". Del resto, ha continuato Marino, "anche il codice deontologico dei medici indica di dare ascolto alle volontà del paziente sulla terapia da seguire e nel fine vita. Così come lo stesso catechismo scritto da Joseph Ratzinger, quando era cardinale, afferma che in alcune situazioni la sospensione delle cure non significa uccidere, ma accettare che non vi sia più nulla da fare".
"Per esprimere le proprie dichiarazioni di volontà anticipate non serve la Costituzione o una nuova legge, perchè esiste un diritto naturale che viene prima di tutto e che consente di rifiutare un trattamento sanitario". A dirlo è stato Maurizio De Tilla, avvocato e membro della 'Fondazione Umberto Veronesi': 'C'è il principio di autodeterminazione che è un diritto umano e che prescinde dalla norma scritta. Tutti gli italiani potrebbero già oggi sottoscrivere un documento col valore di testamento biologico. Negare questa possibilità vuol dire negare un diritto. Tuttavia, secondo il giurista, è necessaria una legge che disciplini tale argomento. "Il suo scopo infatti deve essere quello di rendere accessibile e conoscibile il testamento biologico compilato dal paziente a tutti, con un registro, oltre che di richiedere il rinnovo di tale atto ogni certo numero di anni". Un monito è giunto da Luca Marini, vicepresidente del comitato Nazionale per la bioetica "E' necessario smettere di basare il dibattito sulle questioni bio-etiche nella contrapposizione laici/cattolici e affrontarlo invece dal punto di vista scientifico".

Sito web: www.europaregioni.it


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