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01-Comunicato stampa sul progetto JUMIGG - 18 gennaio 2013

E’ in corso a Potenza, presso l’ufficio di Euro-net il meeting finale del progetto Jumigg, Young people as Multipliers in the frame of violence protection.
Organizzatore e capofila del progetto è l’associazione The Multicultural Network di Vienna.
4 i partner europei: Spagna, Romania, Inghilterra e Italia.
Il progetto ha avuto inizio a febbraio 2011 e terminerà il 31 gennaio 2013.
Oggi, approfittando del meeting finale dell’iniziativa l’associazione Euro-net, il partner italiano, ha organizzato un evento composto da una piccola performance teatrale dal titolo “LIVIDI” che parla di violenza sulle donne. La performance avrà luogo all’auditorium di Santa Cecilia alle ore 18 e avrà come protagonisti i 10 ragazzi potentini scelti per il progetto Jumigg.
Il percorso dei 10 ragazzi italiani impegnati nel progetto JUMIGG ha avuto l'obiettivo di trovare delle soluzioni alla “violenza” attraverso l'uso dell'arte in ogni sua forma, concentrando l'attenzione sull'acquisizione di tecniche teatrali e artistiche.
Fin dai tempi più remoti l'uomo si è affidato all'arte (arte visiva, musica, danza, teatro) per esorcizzare le proprie paure, per lenire i propri dolori e, perché no, anche per capire e guarire le proprie devianze.
In particolare il percorso di un laboratorio teatrale è un sistema di esercizi fisici, di giochi estetici, di tecniche dell'immagine e di improvvisazioni particolari il cui scopo è salvaguardare, sviluppare, attivare una vocazione umana.
Partendo da questi presupposti le tutor del progetto Jumigg Dapnhe hanno creato un percorso ad hoc per i ragazzi .
I 10 ragazzi, nelle prime fasi del Daphne hanno partecipato a workshop/laboratori di impronta prettamente teatrale con esercizi dedicati alla voce e al corpo, all'improvvisazione lavorando sia in sede (uffici Euro-net) che all'aperto, nelle vie della propria città: iI ragazzi hanno improvvisato scene su testi forniti dagli animatori che hanno insegnato loro tecniche, esercizi e giochi di animazione teatrale.
I successivi workshop di arte-terapia sono stati condotti partendo dalla concezione che l’arte, grazie al suo linguaggio simbolico aiuta a rendere più accessibili quei vissuti che la persona non riesce ad esprimere a livello verbale.
“L'evento creativo è un processo ove concorrono esperienze emotive, immagini inconsce, scelta cosciente e struttura logica – ha detto Antonia Buno (una delle tutor del progetto in Italia - Il momento creativo è l'atto dell'esprimere, è un'emozione che viene alla luce. In questa dinamica connessione fra anima e corpo si crea lo spazio per la relazione terapeutica e riabilitativa. E' con questi presupposti che si è svolto anche il lavoro dei ragazzi nella fase di supervisione di gruppo”.
Nella fase di supervisione e group coaching i ragazzi sono stati guidati, da due sociologhe Rossana Cafarelli della Luna al Guinzaglio che ha ospitato i 10 ragazzi al Salone dei Rifiutati dove gli stessi hanno creato, dopo un percorso studiato ad hoc, una cassetta che idealmente contiene tutti gli elementi più importanti che hanno caratterizzato la loro presenza all'interno del progetto, e dalla sociologa Maria Pia Palese.
L’addetto stampa