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n.104 del 14 gennaio 2009

Data: 15/01/2009

L'Europa alla nuova guerra del gas

Il 2009 si è aperto con una nuova guerra del gas che, malgrado le numerose rassicurazioni e inviti alla fiducia, continua anche oggi. L'inverno è di quelli freddi, con temperature anche sotto la media. Il rischio per molti Paesi europei dipendenti dal gas russo non è solo di pagare una bolletta energetica più alta, ma anche, letteralmente, quello di soffrire il freddo.

La mente torna indietro al non lontano dicembre 2005 quando una prima crisi del gas tra Russia e Ucraina allarmò l'intera Europa che vide la chiusura dei rubinetti di gas da parte di Gazprom. La crisi, che allora costò all'Italia parecchi milioni di euro, sembrava aver insegnato qualcosa. E infatti, appena un anno dopo la Commissione Barroso metteva al centro della propria azione una nuova politica energetica e di lotta ai cambiamenti climatici che aveva tra i suoi obiettivi principali quello di garantire maggiore sicurezza di approviggionamento all'Europa. Tale politica, avvallata dal Consiglio europeo di Berlino nel marzo del 2007, è stata più volte rilanciata anche in occasione delle tensioni legate alla crisi georgiana.

Perché allora l'Europa – di fronte a queste ennesime prove di muscoli della Russia di Putin - è accusata comunque di debolezza e di andare in ordine sparso?

Intanto la debolezza e dipendenza energetica europea non è cosa che si possa risolvere con qualche Consiglio europeo o proposta della Commissione. Ci vuole tempo e molta energia e convinzione politica. Il tempo è stato oggettivamente poco e non tutti gli Stati membri sono pienamente convinti della necessità di marciare uniti sull'energia.

Carlo Corazza
Direttore della Rappresentanza a Milano


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Sito web: http://ec.europa.eu/italia/milano/editorialimilano/la_guerra_del_gas_it.htm


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