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n.105 del 21 gennaio 2009

Data: 22/01/2009

Pubbblicate le previsioni economiche intermedie 2009-2010

Il 2009 si apre con una nuova paura nei confronti della "prima crisi mondiale nella moderna globalizzazione", come definita da Angela Merkel.

L'Europa prevede che gli effetti della crisi saranno molto forti nel 2009: crollo della produzione, milioni di posti di lavoro in meno, aumento del deficit dei vari Paesi e calo sostanziale per la produzione di ricchezza. La Commissione europea rivede in negativo le proprie previsioni intermedie per il 2009: meno 1,9% nel 2009 per l'intero gruppo dei Paesi che usano l'euro e per l'Ue nel suo complesso, una riduzione dell'1,8%.

I paesi più colpiti dalla recessione nel 2009 saranno l'Irlanda, con una crescita negativa del 5%, seguita dalla Germania (-2,3%), mentre l'Italia vedrà diminuire il proprio PIL del 2% con una ripresa prevista dello 0,3% nel 2010. Anche i nuovi Stati membri, che quest'anno celebrano il loro i primi cinque anni da membri europei, presentano dati preoccupanti. La Lettonia, dopo le crescite a due cifre degli anni scorsi, si attesterà a valori attorno al -7%. Simile è la condizione dei suoi vicini Estonia e Lituania.

In linea con i dati negativi del PIL sono i valori per il deficit nell'Ue. I dati peggiori sono anche qui quelli dell'Irlanda (11%), Spagna (6,2%), Francia (5,4%), L'Italia si attesta a valori leggermente inferiori 3,8%. I paesi non appartenenti all'area euro presentano dati altrettanto preoccupanti: Regno Unito (8,8%), Romania (7,7%), Lituania (6,3%). Il commissario europeo per gli Affari economici, Almunia, ha annunciato per l'8 febbraio un vertice per una prima valutazione sui paesi che si trovano attualmente con un deficit superiore al limite del 3%.

Anche la disoccupazione presenterà valori preoccupanti nel prossimo biennio: essa salirà al 9,3% nel 2009 e al 10,2% nel 2010 per quel che riguarda i 16 paesi appartenenti all'area euro, mentre per quanto riguarda l'Ue nel suo complesso i valori saranno dell'8,7% nel 2009 e del 9,5% nel 2010. Si tratterà dunque di 3,5 milioni di posti di lavoro in meno nei 27 dell'Ue.

Per quanto riguarda un intervento nell'ambito del Patto di Crescita e Stabilità, l'atteggiamento di Almunia è per il momento molto prudente. Il commissario ha evitato riferimenti a procedure di infrazione nell'ambito del deficit (le previsioni per il 2009 sono di uno sforamento da parte di buona parte dell'Europa dei parametri previsti), in quanto "sarebbe ridicolo mettere sotto procedura tre quarti di Eurolandia", mentre in tempi normali sarebbero scattate le procedure per disavanzo eccessivo. Il Commissario ha inoltre smentito voci su un possibile intervento del Fondo Monetario Internazionale.

In questo contesto è intervenuto anche il presidente della BCE, Trichet, annunciando che la crescita di quest'anno sarà peggiore rispetto alle previsioni di dicembre. Dopo la quarta riduzione del costo del denaro, il presidente ha ribadito che il 2009 sarà un anno molto difficile, ma che nel 2010 dovrebbe esserci una ripresa, come previsto anche da Almunia, che afferma un piccolo rialzo del PIL dello 0,3%. La BCE ha ridotto i tassi di interesse del 2% e il banchiere centrale ha affermato che l'istituto monetario non vuole cadere nella "trappola di liquidità", situazione in cui i tassi di interesse sono talmente bassi da non stimolare più l'economia. Infine, egli ha parlato dell'ipotesi di utilizzare metodi innovativi per aiutare l'economia e una di queste possibilità potrebbe essere acquistare obbligazioni private, ma per tali decisioni bisognerà attendere il prossimo consiglio direttivo.

Carlo Corazza
Direttore della Rappresentanza a Milano


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