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Lavorare presso un'Istituzione europea

Data: 28/04/2009

"Lavorare presso un'Istituzione europea è, a tutt'oggi, per un laureato o un diplomato, una grande aspirazione. Ben consci che non si tratta del lavoro della propria vita, sia per una questione di organizzazione delle risorse umane in seno all'Unione Europea, sia per una visione spesso campanilistica della propria realtà lavorativa, la maggior parte dei giovani ritiene comunque che un periodo lavorativo/formativo presso le istituzioni sia per la propria carriera un robusto trampolino di lancio.

A questo punto è però necessario chiarire alcuni elementi fondamentali per evitare che si perda di vista la realtà. I posti presso le istituzioni europee sembrano tanti (intorno ai 40.000), ma per essi sono in gara i cittadini dei 27 Paesi comunitari, vale a dire 495 milioni di abitanti. Significa che il numero dei partecipanti ad un concorso generale, quello che seleziona i futuri funzionari e bandito forse due volte all'anno per circa 300 posti, supera i 20.000 laureati. Da questi numeri si capisce subito che le probabilità di successo sono veramente basse. Inoltre, nei prossimi anni l'Europa avvantaggerà i Paesi finora sottorappresentati, cioè i 12 Paesi entrati per ultimi.
Occorre sottolineare anche che l'Italia, fino a pochi anni fa, risultava uno dei Paesi maggiormente rappresentati tra i funzionari: sommando infatti i funzionari permanenti con quelli a contratto, presso la Commissione lavorano 2600 italiani circa (1100 donne, 1600 uomini), che rappresentano l'11,6% della forza lavorativa. I numeri degli altri grandi Paesi sono: 2600 della Francia, 2100 della Germania e 1400 del Regno Unito.
Un altro elemento fondamentale riguarda i requisiti, per esempio le lingue. Naturalmente con un po' di fortuna si può superare l'esame con una buona conoscenza dell'inglese o del francese. Se, però, la lingua presenta anche solo qualche difetto nello scritto o qualche incertezza nell'orale, ne sarà compromessa la posizione nella graduatoria d'accesso. E alla fine, anche se circa 1000 persone avranno superato il concorso, solo poche si vedranno concretamente arrivare un'offerta di lavoro.
Per intraprendere una carriera presso un'istituzione comunitaria occorrono comunque alcune riflessioni aggiuntive.

1. Lavorare in un'organizzazione significa innanzitutto vivere all'estero per periodi anche lunghi, questo implica allontanarsi dalla propria famiglia, dai propri affetti e dalle proprie abitudini ed adattarsi a condizioni culturali, geografiche e umane molto diverse dalle proprie.

2. Il carattere multiculturale è sicuramente fonte di attrazione per i giovani in cerca di novità. Ma vi è anche da considerare che su questo valore si basa tutta la struttura delle istituzioni, le negoziazioni e i rapporti fra colleghi e superiori. Non è sicuramente cosa da tutti affrontare tutto ciò che questo tipo di sfida comporta!

3. Le istituzioni sono comunque degli enti pubblici a tutti gli effetti: i processi decisionali, i ritmi e le prassi operative mantengono spesso quel carattere talvolta lento e articolato tipico, degli enti burocratizzati.
Vista la scarsità di posti disponibili e considerato l'alto grado di concorrenza, si potrebbe arrivare alla decisione di accantonare subito l'idea di un lavoro nell'ambito europeo. Non dobbiamo, però, dimenticare che non è solo il concorso a permettere l'accesso alle istituzioni europee. In questa guida vengono descritte anche altre modalità d'accesso che possono variare a seconda della propria qualifica e di altre peculiarità personali.
Esiste, infatti, un bacino più ampio di quello "istituzionale", dove lo spirito europeo potrebbe trovare altrettanta applicazione. Ci sono tantissimi uffici di "lobbying" in giro per l' Europa, principalmente a Bruxelles e nel Lussemburgo: dal comparto sociale (es.: i sindacati) a quello delle televisioni pubbliche, dalle rappresentanze economiche italiane (es.: associazioni produttive) fino ai coordinamenti delle organizzazioni no-profit e dello sport."
Per ulteriori informazioni consultare il sito sottostante.

Fonte:Eurocultura

Sito web: www.eurocultura.it.


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