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Come “riscattare” il servizio civile

Data: 03/07/2009

Nuove regole per i volontari entrati in servizio dopo il primo gennaio: niente più oneri a carico del Fondo nazionale

La novità interessa coloro che sono entrati in servizio a partire dal primo gennaio 2009. Da questa data, infatti, entra in vigore il disposto dell’art. 4 comma 2 del decreto 185/2008 – il cosiddetto “pacchetto anticrisi”, convertito nella legge 2/2009 – in base al quale coloro che scelgono di aderire al servizio civile volontario potranno riscattare il periodo di servizio, ai fini pensionistici, facendone direttamente richiesta e pagando i relativi oneri.

In pratica, chi vorrà vedere riconosciuti i contributi ai fini della pensione dovrà versare direttamente le quote, cessando ogni obbligo contributivo a carico del Fondo nazionale per il servizio civile. Fanno eccezione coloro che hanno iniziato il servizio volontario nel corso del 2008, rispetto ai quali – per evitare un “mutamento di status previdenziale” durante il servizio – viene mantenuta la disciplina precedente (cioè iscrizione alla Gestione separata in qualità di “collaboratori coordinati e continuativi” con versamento della contribuzione a carico del Fondo).

In base alla normativa previgente, infatti, i volontari erano soggetti a obbligo contributivo verso la Gestione separata, mentre il relativo onere era posto a carico del Fondo nazionale per il servizio civile. La materia, del resto, era già stata modificata dopo l’abolizione della leva obbligatoria: fino al 2005, infatti, i volontari del servizio civile erano equiparati, dal punto di vista previdenziale, ai militari di leva, potendo usufruire dell’accredito gratuito dei contributi figurativi (art. 6, legge 230/1998). Dal primo gennaio 2006, poi, è entrato in vigore l’obbligo di versamento alla Gestione separata, con relativi oneri a carico del Fondo.

Con le nuove norme, dunque, i volontari non potranno più contare su nessuna copertura previdenziale “automatica”: per non vedere “persi” gli anni di servizio ai fini della pensione, potranno però chiedere il riscatto a qualsiasi ente previdenziale pubblico (purché al momento della domanda risulti versato almeno un contributo settimanale) pagando gli oneri alle stesse condizioni – un’unica rata o 120 rate mensili a interessi zero – con cui si possono riscattare gli anni della laurea.


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