Data: 08/09/2010
José Manuel Durão Barroso Presidente della Commissione europea Stato dell’Unione 2010
Parlamento Europeo
Strasburgo, 7 settembre 2010
Presidente,
Onorevoli parlamentari,
è un gran privilegio pronunciare il primo discorso sullo stato dell’Unione davanti a questa Assemblea.
D’ora in poi, il discorso sullo stato dell’Unione sarà l’occasione per programmare il nostro lavoro per i dodici mesi successivi. Molte delle decisioni che prenderemo quest’anno avranno implicazioni a lungo termine, tali da definire il tipo di Europa che vogliamo, un’Europa che permetta a chi ha ambizioni di realizzarle senza dimenticare chi si trova in difficoltà. Un’Europa aperta al mondo e aperta ai suoi cittadini. Un’Europa garanzia di coesione economica, sociale e territoriale.
La crisi economica e finanziaria dell’ultimo anno ha costituito per l’Unione una delle massime sfide della sua storia, mettendo in risalto la nostra interdipendenza e a dura prova, come mai in precedenza, la nostra solidarietà.
Guardando a posteriori la nostra reazione, ritengo che abbiamo superato l’esame. Abbiamo dato molte delle risposte richieste – in materia di assistenza finanziaria agli Stati membri che versavano in circostanze eccezionali, di governance economica, regolamentazione finanziaria, crescita e occupazione – e siamo riusciti a creare i presupposti per modernizzare le nostre economie. L’Europa ha dimostrato che è in grado di reagire e che merita rispetto e considerazione. Chi aveva previsto la fine dell’Unione europea è stato smentito. Le istituzioni europee e gli Stati membri hanno dimostrato capacità di leadership. Il mio messaggio a tutti gli europei è: potete star certi che l’Europa farà tutto il necessario per garantire il vostro futuro.
Rispetto a un anno fa, oggi le prospettive economiche nell'Unione europea sono più incoraggianti, grazie soprattutto alla determinatezza del nostro agire. La ripresa sta accelerando, anche se a ritmi diversi a seconda dei paesi dell’Unione. La crescita quest’anno sarà superiore alle previsioni iniziali. Il tasso di disoccupazione, ancora troppo elevato, ha smesso comunque di aumentare. Sussistono, ovviamente, rischi e incertezze, anche al di fuori dell’Unione europea.
Non illudiamoci: il nostro lavoro è lungi dall’essere finito. Non è il momento di riposare sugli allori. L’espansione di bilancio ha fatto la sua parte per contrastare il declino dell’attività economica, ma è ora di mettere in atto un piano di uscita. In assenza di riforme strutturali, non potremo creare una crescita sostenibile. Dobbiamo usare i prossimi dodici mesi per accelerare il nostro programma di riforma. È il momento di modernizzare la nostra economia sociale di mercato per renderla competitiva a livello mondiale e rispondere alla sfida demografica. È il momento di fare gli investimenti giusti per il nostro futuro.
Questo è anche il momento della verità per l’Europa. L’Europa è molto più di una semplice giustapposizione di 27 situazioni nazionali diverse e lo deve dimostrare. Se non remiamo insieme, ognuno di noi affonderà da solo. Ce la faremo solo se, anziché agire a livello nazionale, regionale o locale, ragioniamo in un’ottica europea.
Oggi definirò quelle che sono, a mio avviso, le priorità della nostra collaborazione per i prossimi dodici mesi. Non mi è possibile illustrare in questa sede tutti gli aspetti della politica europea e delle iniziative che prenderemo. Vi farò avere tramite il Presidente Buzek un documento programmatico più completo.
Direi che le sfide principali dell'Unione per i prossimi dodici mesi sono essenzialmente cinque: •gestire la crisi economica e la governance; •far ripartire la crescita per l'occupazione accelerando il programma di riforme “Europa 2020"; •costruire uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia; •aprire i negoziati per un moderno bilancio dell’Unione; •avere il giusto peso sulla scena mondiale.
Vorrei partire dalla crisi economica e dalla governance. All'inizio dell'anno abbiamo saputo reagire con decisione quando i membri della zona euro e l'euro stesso hanno avuto bisogno del nostro aiuto.
Abbiamo imparato la dura lezione e ora stiamo facendo notevoli progressi nel settore della governance economica. A maggio e a giugno la Commissione ha avanzato alcune idee che questo stesso Parlamento e la task force guidata dal presidente del Consiglio europeo hanno accolto positivamente e che sono la base sulla quale va elaborandosi il consenso. Per non perdere lo slancio presenteremo le proposte legislative più urgenti il 29 settembre.
Sul sito sottostante potete continuare a leggere l'intervanto completo del Presidente Barroso.
Sito web: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=SPEECH/10/411&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en
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