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Tv, le regole europee e le sensibilità nazionali

Data: 24/09/2010

Negli stati dell'Unione è d'attualità l'attenzione alle regole e l'allocazione delle risorse. Da noi l'Authority per le comunicazioni è prossima a definire il disciplinare di gara per i mux. I casi inglese, francese e spagnolo.

Emanuele Bruno


21 Settembre 2010


La tv è uno dei media che sta reagendo meglio alla crisi dell'economia e della pubblicità e in tutti gli stati nazionali dell'Unione Europea torna d'attualità l'attenzione alle regole e alla allocazione delle risorse che devono garantire pluralismo e concorrenza. Diverse le situazioni e le sensibilità in gioco.

In Italia, dopodomani, l’Authority per le comunicazioni esaminerà gli eventuali aggiustamenti da fare al disciplinare di gara per i mux del digitale terrestre.
Lo ha confermato il presidente, Antonio Calabrò, sottolineando come all’Agcom tocchi definire le regole del "beauty contest" cui la Commissione Ue ha ammesso anche Sky, sia pure a condizione di non usare l’eventuale multiplex acquisito se non per trasmissioni in chiaro.


"Ma la gara la bandisce il Ministero" ha ricordato Calabrò. Tutta la procedura, dalla definizione delle regole al bando, fino all’aggiudicazione della gara, è attentamente monitorata in sede europea, come ha dichiarato poche settimane fa il commissario Ue Joachim Almunia, che mostra di temere che i diritti della pay tv di Rupert Murdoch possano venire compressi.

Così è singolare che invece in Gran Bretagna il richiamo alla realtà mediatica del nostro Paese serva al Financial Times per segnalare che in quel Paese con Murdoch si rischi un "momento Berlusconi".

Il giornale britannico è sceso in campo contro l'acquisizione totale di BSkyB per tramite di una fusione da parte di News Corp di Rupert Murdoch. Nomen omen, il Ft invita il ministro britannico Vince Cable a fermare lo "squalo".

Da una sponda della Manica all'altra da sottolineare come il ministro della Cultura e della Comunicazione francese, Frederic Mitterrand abbia confermato che il governo vuole rinviare fino al gennaio del 2014 l'operatività del provvedimento di abolizione della pubblicità sulle Tv di servizio pubblico dopo le 20.00.
Anche in questo caso la ratio della decisione risiederebbe nella difesa virtuosa degli equilibri dello scenario dei media francesi, dove però i player privati protestano contro la decisione.

Da ricordare come in Spagna, oltre ad una piccola ripresa generale degli investimenti, in questo momento sia proprio la cancellazione della pubblicità dall’emittente pubblica Tve a tonificare i risultati di raccolta delle principali tv provate spagnole, in testa a tutte le "italiane" Telecinco (Mediaset) e Antena Tres (De Agostini/Planeta).

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,76_ART_827,00.html


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