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Efficienza energetica degli edifici: la direttiva spiegata

Data: 14/10/2010

In un documento redatto da Sofia Febo, del dipartimento di ingegneria dell'Università D'Annunzio di Chieti-Pescara, illustrate le principali novità introdotte dalla direttiva 2010/31/Ce, che dovrà essere recepita dal nostro come dagli altri Stati Ue.

Lo scorso 15 luglio, in Regione Lombardia si è cominciato a parlare della Direttiva 2010/31/Ce, che introduce cambiamenti nella valutazione del rendimento energetico degli edifici.

Lo si è fatto in virtù della sensibilità che hanno avuto l'assessore regionale al territorio e all'urbanistica, Daniele Belotti, e l'eurodeputata e vicepresidente della Commissione per il mercato interno e protezione dei consumatori del Parlamento europeo, Lara Comi, che hanno ritenuto che i tempi fossero già maturi per una chiamata all'ascolto dei soggetti interessati dalla direttiva, dagli architetti agli ingegneri, dai geometri ai costruttori e a tutti coloro che hanno a che fare con la comunicazione in merito alle tematiche.

Nel contesto della giornata di presentazione e approfondimento, l'architetto Sofia Febo, del dipartimento di ingegneria dell'Università D'Annunzio di Chieti-Pescara, ha tenuto una sessione di divulgazione dei principi che hanno orientato la direttiva e degli effetti che si prefigge di avere, fermo restando che deve essere recepita dagli Stati membri, compreso il nostro. (In allegato trovate un documento che ne riassume la presentazione didattica).

La direttiva 2010/31/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010 integra la Direttiva 2002/91/Ce, la Epbd (Energy performance building directive), emanata dopo Kyoto e recepita in Italia con il Dgls 192/2005, attuato con decreti nazionali e regionali, che istituiscono l'indice di prestazione energetica complessiva dell'edificio, con l'introduzione delle sette classi di rendimento, da parametrare con il sistema di "gradi giorno" a seconda delle aree geografiche.

Nel frattempo sono cambiati gli obiettivi, con il varo della strategia 20-20-20, ossia il 20% in meno di effetto serra e l'utilizzo del 20% in più di energie rinnovabili entro il 2020.

Le novità in estrema sintesi
Ecco dunque che la Direttiva 2010/31/Ce definisce l'edificio a energia quasi zero e ne stabilisce un termine per le nuove costruzioni: entro il 2018 per quelli pubblici, entro il 2020 per quelli privati abitativi. Stabilisce anche un metodo di calcolo comune per il rendimento energetico ed elimina il vincolo dei 1.000 metri quadri.
La certificazione energetica diventa attestato di prestazione energetica, che servirà come allegato per le operazioni di compravendita.
In più, riscalfamento e raffrescamento sono valori equiparati nella valutazione del rendimento energetico.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_877,00.html


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