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Gli imprenditori europei chiedono all’Ue più attenzione

Data: 10/11/2010

Faccia a faccia con le istituzioni: circa 750 imprenditori dai 27 Paesi membri hanno preso parte all'iniziativa organizzata da Eurochambres e hanno espresso il proprio voto su tematiche inerenti regole, risorse e mercati.

Maria Palladino


15 Ottobre 2010

Maggiore sostegno dall'Unione Europea alle Pmi, con interventi mirati al superamento della crisi; armonizzazione delle tutele per i consumatori europei; norme più rigide sui ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni; obblighi più graduali sui requisiti di efficienza energetica nelle imprese; introduzione di uno statuto sulle società private europee; nuovi accordi di libero scambio tra Paesi Europei e Paesi terzi; promozione di standard europei e obbligo di etichette di provenienza per le merci extracomunitarie che arrivano in Europa.

Queste le richieste approvate da più di 700 imprenditori riuniti il 14 ottobre nell'emiciclo del Parlamento europeo di Bruxelles per la seconda edizione del Parlamento Europeo delle imprese.

L'iniziativa organizzata da Eurochambres, il network delle Camere di Commercio europee, ha dato la possibilità agli imprenditori dei 27 Paesi membri Ue di confrontarsi direttamente con i rappresentanti delle istituzioni europee.

La seduta, aperta dal Presidente del Parlamento Jerzy Buzek e dal Presidente del Consiglio Herman Van Rompuy, insieme al presidente di Eurochambres Alessandro Barberis, ha visto gli imprenditori impegnati in tre momenti di dibattito.

Regole, Risorse e Mercato i temi al centro della discussione e delle votazioni.

Nel corso della prima sessione, focalizzata sulle regole, sono stati affrontati i temi delle strategie per il superamento della crisi economica, le politiche europee per le piccole e medie imprese, il tema dei diritti dei consumatori.
Dagli imprenditori presenti in sala è venuta la richiesta di attuare al più presto i contenuti dello Small Business Act, e la necessità di una maggiore attenzione europea ai temi d'interesse delle Pmi.
Un'attenzione che, secondo il Vice Presidente della Commissione europea con delega all'Industria e alle Imprese Antonio Tajani, è diventata molto più forte soprattutto in concomitanza del periodo di recessione in atto. «Prima della crisi - ha detto Tajani - per l'Ue l'economia era soprattutto finanza e servizi, oggi invece le politiche di sviluppo europee non possono prescindere dalle industrie. Il nostro compito è quello di mettere le Pmi nella condizione di poter creare posti di lavoro perché il nostro obiettivo è quello di far crescere la politica sociale».

Tajani ha poi annunciato che il prossimo 20 ottobre il Parlamento voterà la direttiva sui ritardi di pagamento delle Pubbliche amministrazioni alle imprese e che il 27 ottobre la Commissione presenterà la nuova Comunicazione sulla Politica Industriale.
La Commissione, inoltre, avvierà presto i lavori per la realizzazione dell'Internal Market Act, «il gemello dello Small Business Act - ha spiegato Tajani - che contiene principi e iniziative per sviluppare il mercato interno, con regole aggiornate sulla standardizzazione europea».

La sessione dedicata alle risorse si è concentrata su formazione, mercato del lavoro, ambiente ed energia. Gli imprenditori hanno analizzato le iniziative Ue per lo sviluppo infrastrutturale e approfondito la Strategia Europa 2020 sul fronte dello sviluppo energetico.
Il Presidente della commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo Herbert Reul, ha ribadito la centralità del ruolo delle imprese nei processi di innovazione e segnalato i rischi di scelte strategiche imposte dall'alto: «non può essere la politica a decidere che è meglio puntare tutto sulle energie verdi, perché poi - ha detto Reul - si devono fare i conti con gli aumenti di costi che queste comportano».

Nella sessione dedicata al mercato é emersa la questione centrale dei marchi europei e delle opportunità e minacce derivanti dall'apertura a mercati esterni.
Temi su cui é emerso un quadro di opinioni variegato. Se per molti la priorità é la protezione del mercato interno europeo rispetto ai prodotti extracomunitari, attraverso l'obbligo dell'etichettatura di provenienza, per altri operatori è decisivo che l'Ue stringa nuovi accordi per intensificare gli scambi con Paesi extraeuropei.
Su questo tema il Commissario al Commercio Karel De Gucht ha rivendicato il valore del lavoro avviato dall'Ue per gli accordi commerciali con Paesi decisivi come la Cina e il Pakistan e auspicato la rapida definizione degli accordo con l'India. «Siamo convinti - ha aggiunto Gucht - che sia molto importante dare ai consumatori informazioni precise sulla provenienza dei prodotti. L'obiettivo del marchio made-in-Europe, ad esempio, è molto importante, ma non credo che ciascun Stato membro sia pronto a lasciare il proprio marchio».

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Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_921,00.html


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