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Prossima l'etichettatura d'origine per le merci in ingresso in Europa

Data: 11/11/2010

Il Parlamento ha fatto la sua parte. Premiato l'impegno bipartisan degli eurodeputati italiani. Ora si attende il via libera da parte del Consiglio europeo. Ronchi: un voto pesante. Muscardini: vittoria dei consumatori. Dardanello (Unioncamere): rispecchiata la posizione degli imprenditori europei.

Maria Palladino


21 Ottobre 2010

Al Parlamento Europeo passa la linea italiana sull'obbligo di etichettatura sulle merci extraeuropee.
Gli eurodeputati hanno infatti approvato la proposta di regolamento sul "made in" per il quale gli italiani dei vari schieramenti politici si sono battuti insieme.

Contrari da sempre i Paesi del Nord Europa, a vocazione commerciale, che storicamente preferiscono puntare su prezzi meno cari piuttosto che sull'indicazione di provenienza delle merci.

Le nuove norme, che prima di entrare in vigore devono ottenere l'ok del Consiglio, prevedono che, su una serie di prodotti importati da paesi non-Ue, tra cui i farmaceutici, gli strumenti di lavoro, la rubinetteria e i mobili, debba essere indicata l'origine.

Inoltre, secondo il testo votato saranno previste sanzioni in caso di violazione delle regole.
La lista potrebbe essere ampliata successivamente dalla Commissione, dopo il parere favorevole di Parlamento e Consiglio.

Per adesso sono esclusi i prodotti agricoli e ittici. Con l'ok del Consiglio, che potrebbe arrivare già a fine anno per rendere esecutivo il regolamento dall'inizio del 2011, anche le merci europee, come quelle di Stati Uniti, Canada, Cina, India Messico, saranno garantite da una denominazione di origine dei prodotti messi in commercio.

«Il voto di oggi è davvero pesante - ha affermato il ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi - il miglior viatico per superare lo scoglio del successivo pronunciamento del Consiglio europeo. Ben 525 parlamentari, grazie anche al grande lavoro fatto dalla relatrice Cristiana Muscardini e dai rappresentanti di tutte le forze politiche italiane, che si sono schierati a favore di questo provvedimento. Una maggioranza schiacciante di cui sarà difficile non tenere conto quando i rappresentanti dei governi dovranno esprimere la propria posizione».

«È una grande vittoria di tutti i consumatori europei e che veniva da tempo richiesta da tutto il comparto produttivo italiano», ha dichiarato Cristiana Muscardini, vice presidente della Commissione commercio internazionale dell'Europarlamento e relatrice del rapporto sul "Made in".

«Il risultato di oggi - ha affermato Gianluca Susta, relatore per il gruppo S&D del rapporto - è anche il frutto del lavoro comune di forze politiche, imprenditoriali e sindacali che, a partire dal 2003, quando nacque a Biella il Comitato made in for transparency, sono via via riuscite a convincere prima la Commissione e oggi il Parlamento europeo ad adottare una misura essenziale per la competitività delle nostre imprese e per ripristinare la reprocità nelle regole del commercio mondiale».

Il voto di oggi è stato accolto con soddisfazione dal sistema industriale italiano. Confindustria lo definisce "un esito superiore alle migliori aspettative". Apprezzamento giunge anche da Unioncamere: «la nostra - ha affermato il presidente Ferruccio Dardanello - è una posizione largamente condivisa, tant'è vero che, anche in occasione dell'ultima edizione del Parlamento europeo delle Imprese, la maggioranza di piccoli, medi e grandi imprenditori di imprese industriali, del commercio al dettaglio, della grande distribuzione, dell'artigianato di qualità e dei servizi hanno votato a favore dell'introduzione del Made in. Questi risultati incoraggiano a portare avanti, con ancora più forza, presso gli Stati membri, ulteriori iniziative affinché si arrivi quanto prima ad una votazione favorevole anche in sede di Consiglio Ue e si vinca questa importante battaglia di civiltà giuridica».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,73_ART_943,00.html


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