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Piano decennale per una formazione professionale moderna

Data: 14/12/2010

Oggi circa 76 milioni di europei in età lavorativa sono poco o per nulla qualificati, mentre sempre più spesso a chi cerca lavoro viene richiesta una qualche formazione.

Si prevede che nel prossimo decennio la domanda di lavoratori qualificati crescerà, il che significa che i giovani e gli adulti privi di competenze specifiche avranno sempre più difficoltà a farsi assumere. E anche se troveranno lavoro, è probabile che guadagneranno meno dei colleghi più qualificati.

La nuova strategia per la formazione professionale mira a dotare i lavoratori attuali e futuri delle competenze specifiche e delle conoscenze generali necessarie in un'economia moderna, migliorando la qualità della formazione e dell'insegnamento professionale, incoraggiando la creatività e l'imprenditoria e agevolando l'accesso alla formazione in tutte le fasi della carriera, sia essa accademica o professionale.

Un obiettivo importante è anche dare alle persone meno abbienti, con esigenze specifiche e meno giovani pari opportunità di accesso alla formazione professionale.

La strategia comprende anche un piano d'azione per le misure che i governi nazionali e l'UE dovranno prendere nei prossimi quattro anni.

Tra gli obiettivi figurano:
-collaborare con le imprese per individuare le competenze carenti
-aprire più scuole professionali
-attuare strategie per promuovere la formazione all'estero
-sensibilizzare ai vantaggi della formazione professionale
-creare standard comuni europei per l'istruzione professionale, applicando le raccomandazioni del 2009 sulla qualità
-trovare il modo di incrementare il numero di allievi dell'istruzione professionale.

La nuova strategia si inserisce nel processo di Copenaghen, un piano più ampio e a più lungo termine di sviluppo dell'istruzione e della formazione professionale in Europa, avviato nel 2002 e al quale partecipano 33 paesi (i 27 paesi dell'UE più Croazia, ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Turchia), sindacati, associazioni dei datori di lavoro e la Commissione.

Sito web: http://ec.europa.eu/news/culture/101213_it.htm


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