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La lotta alle mafie è una questione sempre più europea

Data: 22/12/2010

Entro il prossimo anno una direttiva Ue per coordinare i provvedimenti di confisca dei beni ai mafiosi. Lo ha annunciato il Commissario Malmstrom durante una conferenza organizzata dall’associazione Flare (Freedom Legality And Rights in Europe). Gianni Pittella invita all'azione su più versanti.

Maria Palladino


10 Dicembre 2010

«Mi aspetto di presentare entro il 2011 una proposta per rafforzare il quadro legale europeo per la confisca dei beni criminali». Lo ha annunciato Cecilia Malmstrom, Commissario Ue con delega per la Giustizia, nel corso della conferenza “Confisca e riutilizzo: risposte europee allo strapotere della criminalità organizzata”.

L'iniziativa, che si è tenuta al Parlamento europeo, è stata organizzata da Flare (Freedom Legality And Rights in Europe), un network di Ong e associazioni europee per il contrasto sociale alla criminalità organizzata transnazionale, diretta emanazione di "Libera".

Un tema, quello della lotta alla criminalità organizzata, che sta diventando prioritario in tutta Europa.
«I mafiosi investono ovunque - ha affermato don Luigi Ciotti, presidente di Libera - e cercano di infiltrarsi nel sistema ovunque».
Secondo i dati delle Nazioni Unite, infatti, l'impatto della criminalità organizzata è pari al 10% del Pil globale.

Anche la corruzione è un fenomeno che colpisce profondamente la società civile; secondo il Global Corruption Barometer 2009 di Transparency International, che mappa il fenomeno della corruzione in rapporto alla visione che di essa hanno i cittadini, circa il 10% del campione intervistato ha ammesso di aver pagato una qualche forma di tangente.

Secondo questo rapporto oltre un milione di italiani (pari al 3,8% della popolazione adulta) ha pagato tangenti o è stata concussa. Inoltre, la percentuale di cittadini europei che giudicano effettivi gli sforzi del proprio governo contro la corruzione è diminuita dal 29% del 2007 al 25% del 2009.

Molti partecipanti alla conferenza hanno messo sotto accusa, nei loro interventi, la globalizzazione finanziaria, intesa come strumento della criminalità organizzata, ed i paradisi fiscali, cuore finanziario del riciclaggio.

«L'80% degli hedge fund - ha osservato l'economista Antonio Tricarico - hanno sede nei paradisi fiscali, attraverso i quali passa il 60% dei flussi generati dal commercio globale. La ricetta per uscire dall'accerchiamento della criminalità organizzata è in quattro punti: tornare ad un controllo del movimento dei capitali, tassare le rendite finanziarie, aumentare la trasparenza nell'utilizzo di fondi pubblici, combattere i paradisi fiscali e insistere sulla confisca dei beni criminali».

«La lotta alle mafie e per la legalità è e deve continuare ad essere una priorità per l'azione dell'Unione europea e per i Paesi membri» ha affermato nel corso della convention Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, che ha sottolineato l'impegno del Parlamento che in questi ultimi dieci anni si è battuto perché l'Ue si dotasse di strumenti efficaci per la cooperazione tra le magistrature e tra le forze di polizia, ma ha anche sottolineato le difficoltà di affrontare questi temi «perché la sicurezza e la giustizia sono settori sensibili nelle prerogative nazionali che gli Stati non condividono volentieri».


Potete continuare a leggere l'articolo sul sito riportato di seguito.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1106,00.html


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