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n. 11 del 14 giugno 2006

Data: 14/06/2006

I negoziati con la Turchia

Un compromesso – l’ennesimo - tra i Ministri degli esteri degli Stati dell’Unione europea ha permesso lunedì scorso di mantenere aperto il processo di adesione della Turchia all’Unione europea e di proseguire con i negoziati iniziati formalmente nello scorso ottobre. La questione di Cipro resta uno degli ostacoli principali al processo, e per volere del governo dell'isola si è voluto questa volta ricordare alla Turchia l'importanza del rispetto degli impegni presi - questa volta nel settore doganale e commerciale. Il tema dell’entrata della Turchia nell’Unione europea appassiona le opinioni pubbliche europee per i suoi riflessi legati all’essenza stessa dell’Unione, la sua dimensione geografica e culturale più profonda. Esso fu ad esempio usato – con eccesso di demagogia – nelle discussioni che hanno preceduto il voto sulla Costituzione europea un anno fa in Francia, benché tra i due argomenti - Turchia e Costituzione – non vi fosse in realtà alcun legame. Usò l’argomento turco chi non voleva la costituzione, ma – se si vuole trovare un aspetto positivo della vicenda – ciò permise di lanciare il dibattito sull’essenza dell’Europa unita, compresa la questione dei suoi confini, almeno nei paesi dove si votò per referendum. Eppure quello dei rapporti della Turchia con l’Unione europea – la Turchia è da 30 anni paese candidato all’adesione, di gran lunga il più “anziano” – non è un tema da risolvere con qualche facile battuta condita da un po’ di demagogia. Dietro di esso c’è la necessità di avere un solido alleato mentre è ancora in atto un grande conflitto tra aree del mondo, tra le quali l’occidentale e islamica Turchia può esercitare un ruolo chiave. C’è la necessità di sviluppare le relazioni culturali con l’area islamica, con la quale condividiamo molta storia, geografia e idee. C’è un’opportunità economica dal potenziale eccezionale sia in termini di mercato (oltre 80 milioni di persone), che di crescita. C’è una questione logistica – decisiva per l’Italia che si apre nel Mediterraneo verso Est – cruciale per i rapporti con le aree da cui proviene l’energia che usiamo. La Commissione presenterà in ottobre il primo rapporto sui negoziati di adesione con la Turchia. I criteri cui il paese che giace tra due continenti dovrà sottostare sono gli stessi previsti per gli altri candidati: democrazia, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e delle minoranze, economia aperta e concorrenziale, trasposizione delle normative europee. Sarà quello un momento cruciale per capire fino a che punto la Turchia sta lavorando per realizzare l’obiettivo dell’adesione. La Commissione e poi gli Stati dell’Unione dovranno allora decidere tenendo conto anche e soprattutto di tutte le questioni fondamentali che passano attraverso la Turchia.

Matteo Fornara
Rappresentanza a Milano


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