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Come l'Ue vuole cambiare le qualifiche professionali

Data: 10/01/2012

I pilastri della proposta della Commissione europea: tessera elettronica, sportelli unici, nuovi requisiti minimi e formazione unificata.


10 Gennaio 2012


La Commissione si immagina un mondo del lavoro fatto di professionisti qualificati e disposti a trasferirsi in altri Stati membri dell'Ue. E si è messa al lavoro proprio per facilitare i trasferimenti delle persone e per far sì che sia rapido e ineludibile il riconoscimento delle qualifiche professionali in tutta l'Ue, adottando una proposta di revisione della esistente direttiva sulle qualifiche (2005/36/Ce).

La direttiva sulle qualifiche professionali è essenziale per consentire agli operatori di avviare una nuova attività o di trovare un posto di lavoro in un altro Stato membro che richiede una qualifica specifica per poter esercitare una determinata attività professionale.
La proposta di revisione della direttiva si fonda su un Libro verde che la Commissione ha pubblicato nello scorso giugno ed è volta a semplificare le regole per la mobilità dei professionisti nell'Ue introducendo una tessera professionale europea per tutte le professioni interessate che consente un riconoscimento più facile e rapido delle qualifiche.
Di seguito gli elementi cardine della proposta che andrà valutata da Parlamento europeo e Consiglio.

La tessera professionale elettronica
L'introduzione di una tessera professionale europea dovrà dare ai professionisti la possibilità ottenere un riconoscimento più rapido e semplice delle loro qualifiche e dovrebbe favorire anche la mobilità temporanea.
La tessera risponderà alle esigenze indicate dagli stessi professionisti e va di pari passo con un'ottimizzazione della procedura di riconoscimento realizzata all'interno dell'attuale sistema di informazione del mercato interno.
Sarà un certificato elettronico che consentirà ad un professionista di offrire servizi o di stabilirsi in un altro Stato membro.

Gli sportelli unici
Tutti i cittadini che chiedono il riconoscimento delle loro qualifiche professionali dovrebbero avere la possibilità di avere un unico interlocutore anziché dover fare la spola tra diversi organismi pubblici.
Questo punto di riferimento dovrebbe essere rappresentato dagli sportelli unici, istituiti nel quadro della direttiva servizi, che consentiranno ai cittadini di ottenere informazioni in un unico punto di accesso sui documenti da sottoporre per il riconoscimento delle proprie qualifiche e che prevede anche la possibilità di optare per la procedura di riconoscimento online.

Requisiti minimi
L'armonizzazione dei requisiti minimi di formazione per alcune professioni risale a decenni fa: medici, dentisti, farmacisti, infermieri, ostetriche, veterinari e architetti. I requisiti vanno aggiornati per tenere conto dell'evoluzione di tali professioni e dei relativi percorsi formativi.
Ad esempio il requisito minimo di ammissione alla formazione per infermieri e ostetrici con la proposta di direttiva viene aumentato da 10 a 12 anni di formazione scolastica generale.

Formazione comune e test attitudinali
L'introduzione di un quadro di formazione comune e di verifiche professionali comuni, che, in sostituzione delle piattaforme condivise, dovrebbero consentire di estendere il meccanismo di riconoscimento automatico a nuove professioni.
Le professioni interessate potrebbero beneficiare di un riconoscimento automatico sulla base di un insieme condiviso di nozioni, abilità e competenze o di una verifica comune che valuti la preparazione richiesta per lo svolgimento di una data professione, i test attitudinali.

Valutazione reciproca delle professioni regolamentate
La direttiva sulle qualifiche professionali introduce un nuovo sistema che, attraverso specifici requisiti di qualifica, garantisce una maggiore trasparenza e legittimazione delle professioni regolamentate.
Gli Stati membri dovranno fornire un elenco delle proprie professioni regolamentate e giustificare la necessità di una regolamentazione. Dopodiché andrebbe effettuata una valutazione reciproca coordinata dalla Commissione europea.

Sistema di allerta per operatori sanitari
Le autorità competenti dei singoli Stati membri saranno tenute a segnalare alle autorità preposte di tutti gli altri Stati membri i nominativi dei professionisti che lavorano in ambito sanitario cui è stato proibito di esercitare la propria attività professionale da un'autorità pubblica o un tribunale. Importante perché in passato si sono verificati casi di medici che, a fronte del divieto di praticare nel proprio paese all'interno dell'Ue, si sono trasferiti all'estero per esercitare la loro professione senza che altri Stati membri ne fossero a conoscenza.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1840,00.html


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