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Qualifiche professionali: la tutela deve partire dalla formazione

Data: 24/01/2012

Lo sostiene Lara Comi, che sta affrontando il tema della riforma delle qualifiche al Parlamento europeo. E crea una liason con il Processo di Bologna.

Dario Colombo


10 Gennaio 2012


Il Processo di Bologna per riformare a livello internazionale il sistema di istruzione superiore (così chiamato perché definito nel 1999 presso l'università felsinea), si prefiggeva di realizzare lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (Seis), poi varato con le conferenze di Budapest e Vienna del 2010. Con 47 i paesi firmatari è il più vasto tentativo di omogeneizzazione dell'istruzione.

Proprio il processo di Bologna torna d'attualità con il dossier varato dalla Commissione europea per la modifica delle qualifiche professionali. A spiegarcelo è Lara Comi, che abbiamo raggiunto telefonicamente a Bruxelles.

La vicepresidente della Commissione Imco (Mercato interno e protezione consumatori) insieme alla collega Bernadette Vergnaud, per competenza, ha dato il via alle operazioni per quest'anno.

Una materia già affrontata dal Parlamento europeo con il rapporto di iniziativa votato nel novembre scorso sul quale Comi si è astenuta.
Motivo? Perché prima di entrare nel merito delle questioni singole, degli infermieri o degli architetti, è necessario chiarirsi sul modo in cui si intende uniformare l'istruzione e i processi di valutazione relativi.

Tutelare chi studia
Per alcune specializzazioni, infatti, in Italia si applicano criteri di valutazione più rigidi che altrove, e questo può creare disparità in un contesto allargato di applicazione delle qualifiche professionali.

Per Comi il riconoscimento automatico delle professionalità va impostato alla fonte, sin dal momento della formazione. Vanno quantificate e uniformate le durate scolastiche.
Bisogna, in estrema sintesi, parificare le professionalità sul nascere, tutelando chi studia.

La scaletta dei lavori
Il lavoro che Comi e Vergnaud stanno affrontando è intenso.
In Commissione Imco ci sarà il primo scambio di opinioni ufficiale a febbraio. Gli emendamenti sul dossier sono in calendario per giugno.
Il voto il plenaria in prima lettura è per dicembre.

Tempi lunghi? Il fine che si prefigge di raggiungere la riforma delle qualifiche professionali, sostiene Comi, per quanto meritevole, necessita di un lavoro complesso per creare quel fondamento comune necessario a tutelare i nostri giovani da una potenziale concorrenza sleale.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1845,00.html


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