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Siti web di credito al consumo: solamente uno su tre in regola Ue

Data: 24/01/2012

Da una cosiddetta indagine a tappeto risulta che il mercato europeo offre prestazioni inadeguate ai consumatori. In Italia va peggio: irregolari 4 siti su 5. Ora la palla passa alle autorità nazionali per l'ottemperanza alle normative europee.


10 Gennaio 2012


Un'indagine su scala europea dei siti web che offrono credito al consumo tenutasi a settembre 2011 ha verificato se i consumatori prima di firmare un contratto avessero ricevuto le informazioni cui hanno diritto in virtù delle norme Ue a tutela dei consumatori. I risultati non sono confortanti.
Le competenti autorità nazionali europee hanno verificato 562 siti web in 27 Stati membri in Norvegia e in Islanda.

Con questa operazione si è guardato soprattutto al modo in cui le imprese applicano la direttiva sul credito al consumo, che ha l'obiettivo di agevolare la comprensione e la comparazione delle varie offerte di credito.

Un'indagine a tappeto (sweep) è un'operazione finalizzata ad attuare la legislazione della Ue.
Viene svolta dalle autorità nazionali effettuando controlli simultanei coordinati per individuare, in un settore particolare, violazioni della legislazione a tutela dei consumatori.
Sei paesi, fra cui il nostro, hanno condotto un'indagine più approfondita (sweep-plus) su 57 siti per verificare il rispetto delle norme a tutela dei consumatori, come gli accordi di pagamento, le procedure di reclamo, modalità e condizioni di erogazione.

Cosa è emerso
Del 562 siti web inizialmente controllati, solamente il 30% ha superato la prova sweep di verifica della conformità alle norme comunitarie sui consumatori e il restante 70% (393) sarà sottoposto a ulteriori accertamenti.
I principali problemi riscontrati sono:
• carenza d'informazioni nella pubblicità del credito al consumo: in 258 siti (46% di quelli controllati) la pubblicità non contiene tutte le informazioni richieste dalla direttiva sul credito al consumo, come (i) tasso annuo effettivo globale (TAEG), essenziale per comparare le offerte; (ii) se l'onere per servizi accessori obbligatori (p.es., assicurazioni) è compreso nel costo totale o (iii) durata del contratto di credito;
• omissione di informazioni fondamentali sull'offerta: 244 (43%) siti Web non davano informazioni chiare su tutti i vari elementi del costo totale, come (i) tipo del tasso d'interesse (fisso, variabile, entrambi), (ii) durata (eventuale) del contratto di credito e (iii) alcuni costi connessi al credito (p.es., commissione di accordo);
• presentazione fuorviante dei costi per cui questi sono esposti in modo falso o ingannevole per i consumatori. Esempio: (i) modalità di calcolo del prezzo o (ii) il consumatore non è informato che oltre ai costi del credito al consumo in sé esiste l'obbligo di un'assicurazione aggiuntiva.
In 116 (20%) siti Web sono emersi problemi di questo tipo.

L'indagine “sweep plus” condotta in 6 paesi (Italia, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Svezia) ha esaminato 57 siti: i principali problemi sono stati rilevati in relazione all'informazione precontrattuale e ai termini dei contratti.
Dei 15 siti italiani ispezionati 12 sono risultati irregolari.

Viene il tempo delle correzioni
Ora avrà inizio la fase correttiva: le autorità nazionali contatteranno gli operatori e chiederanno loro di fornire chiarimenti o di correggere i loro siti.
A seconda della legislazione nazionale applicabile, non ottemperare alle suddette indicazioni può comportare sanzioni dalla multa fino alla chiusura del sito Web.
Le autorità nazionali competenti sono invitate a riferire alla Commissione europea entro l'autunno 2012. La Commissione pubblicherà una relazione con i risultati.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,76_ART_1842,00.html


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