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Delocalizzazioni: quella di Ditec è immotivata

Data: 07/03/2012

Lo sostengono Sergio Cofferati, Debora Serracchiani e Andrea Zanoni in un’interrogazione alla Commissione europea. Il principio della responsabilità sociale d'impresa va presidiato sino in fondo.


23 Febbraio 2012


«Cosa intende fare l'Ue per impedire l'impoverimento del sistema produttivo europeo e le drammatiche conseguenze sociali causate dalle sempre più frequenti delocalizzazioni?».

Lo chiedono gli eurodeputati Sergio Cofferati, Debora Serracchiani e Andrea Zanoni, in un’interrogazione congiunta alla Commissione europea a proposito della delocalizzazione della Ditec di Quarto d'Altino (Venezia), annunciata il 6 dicembre 2011 dalla nuova proprietà svedese dello stabilimento, che comporta il licenziamento di 90 dei 130 dipendenti.

Una delocalizzazione che, nell'interrogazione, gli europarlamentari italiani giudicano "gravissima e immotivata".

I tre firmatari aggiungono che «occorre stabilire a livello Ue norme rigorose, improntate alla difesa del proprio territorio e del tessuto imprenditoriale».

Del resto, ricordano, l’apertura del mercato è uno dei capisaldi dell’Unione, «ma non è ammissibile che si giunga al controsenso di desertificare realtà produttive d’eccellenza come la Ditec, magari dopo aver usufruito di fondi comunitari».

Per gli europarlamentari italiani attraverso l'iniziativa europea si deve riproporre con forza il tema della responsabilità sociale d'impresa: «non deve essere più consentito che un'impresa delocalizzi solo per avere un livello di profitto più alto, senza curarsi delle gravissime conseguenze sociali ed economiche per il territorio che lascia».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1903,00.html


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