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Il Wwf chiede un budget verde per l'Europa

Data: 07/03/2012

Come per il fondo internazionale per l'ambiente il piano finanziario Ue per il 2014-2020 dovrà sostenere l'occupazione green.

energia24.com


23 Febbraio 2012


L’Europa potrebbe spendere meglio i suoi soldi, destinandoli alla green economy. Ecco la ricetta per creare più posti di lavoro secondo uno studio condotto dal Wwf e altre organizzazioni ambientaliste.

Il punto, sostiene il Wwf, è che Bruxelles non ha mai definito con chiarezza un “bilancio verde”, per capire il reale impatto sull’occupazione dei finanziamenti alle tecnologie pulite (fonti rinnovabili, efficienza energetica e così via).
Così si rischia di arrivare al 2020 con i conti sballati.

Lo studio, innanzi tutto, ha stimato quanti posti di lavoro potrebbe creare ogni miliardo di euro investito direttamente in quattro settori dell’economia sostenibile: sarebbero 52.700 nuovi occupati se il miliardo andasse alle fonti rinnovabili, 29.000 se questa somma fosse spesa per le attività del programma Natura 2000.

I nuovi addetti sarebbero 25.900 con un miliardo dedicato all’efficienza energetica nell’edilizia, mentre sarebbero 21.500 se la stessa cifra confluisse nei trasporti (ferrovie in particolare).
Quello che manca, evidenzia il Wwf, è un’analisi costi-benefici degli investimenti finora realizzati.

Bruxelles dovrebbe quindi definire un budget verde per il prossimo piano di bilancio 2014-2020, senza ripetere l’errore del periodo 2007-2013.
Ora, infatti, ci sono due politiche europee (quella agricola comune e quella di coesione) che insieme assorbono il 78% del budget totale del Vecchio continente, pari a 140 miliardi di euro l’anno, con cui sostengono poco meno di un milione e 200.000 posti di lavoro.

Utilizzando, invece, soltanto il 14% del budget complessivo per promuovere la green economy, quindi circa 14 miliardi di euro l’anno, si avrebbe un impatto sull’occupazione pari a 516.000 persone, tra nuovi assunti e posti mantenuti.

«I politici devono rendersi conto che, integrando gli investimenti verdi nel prossimo bilancio Ue, possiamo creare più posti di lavoro e raggiungere anche i nostri obiettivi strategici», ha commentato Mariagrazia Midulla, responsabile del settore Energia e clima di Wwf Italia.

«Analoghe scelte vanno compiute in Italia - ha poi aggiunto -. Occorre che la prospettiva di sviluppo offerta dalla green economy integri tutte le politiche del Governo. L’operatività del fondo per Kyoto è un primo, piccolo passo […]. Va anche affrontata la delicata fase della transizione, in modo da attenuare ogni impatto sociale e favorire il passaggio diretto dei lavoratori dai settori obsoleti all’economia del futuro».

A sentire le ultime dichiarazioni di Bruxelles, l’Europa ha tutte le intenzioni di virare con più decisione verso un’economia a ridotto impatto ambientale. In primo luogo, il commissario allo Sviluppo, Andris Piebalgs, ha ricordato il sostegno Ue alla campagna dell’Onu “Energia sostenibile per tutti”.

Quest’ultima è incentrata su tre cardini: estendere le forniture di elettricità e gas nei Paesi in via di sviluppo, raddoppiare il tasso di crescita dell’efficienza energetica e la quota delle rinnovabili nel mix delle fonti, entro il 2030. In secondo luogo, l’Europa dovrà contribuire a definire una Roadmap per l’economia verde con obiettivi chiari e concordati a livello internazionale, in vista della conferenza di Rio+20 a giugno.

Secondo il commissario all’Ambiente, Janez Potocnick, la conferenza dovrà concentrarsi su poche aree fondamentali, tra cui l’energia sostenibile, l’efficienza nello sfruttamento delle risorse naturali (soprattutto l’acqua), stop al degrado del suolo e degli ecosistemi, tutela degli oceani. A ciò si potrebbe arrivare con varie misure, per esempio abolendo i sussidi alle fonti fossili per dirottarli sulle rinnovabili, e rafforzando il ruolo dei finanziamenti privati e di quelli bancari nei progetti di cooperazione con i Paesi emergenti.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_1902,00.html


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