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I finanziamenti europei alle Pmi arrivano tardi e male

Data: 03/04/2012

Per la Corte dei Conti Europea le spese sostenute dal Fondo europeo di sviluppo regionale non producono i benefici attesi a causa di norme inadeguate e non attraggono capitali privati.


27 Marzo 2012


La Corte dei conti europea ha concluso nella propria relazione speciale n. 2/2012 che l'efficacia e l'efficienza delle spese eseguite dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per gli strumenti finanziari a favore delle piccole e medie imprese sono compromesse dall’inadeguatezza del quadro normativo per i diversi tipi di strumenti finanziari utilizzati.
Sono stati rilevati diffusi ritardi nel far pervenire i fondi alle Pmi destinatarie e le azioni sostenute sono state inefficaci nell’attrarre investimenti privati.
Peggio: gli intermediari finanziari utilizzati hanno addebitato ad alcune Pmi destinatarie costi di gestione ingiustificati.

Il controllo di gestione svolto dalla Cce mostra che il quadro normativo dei Fesr utilizzato era originariamente concepito per l’erogazione di sovvenzioni, e pertanto inadatto a tener conto delle specificità degli strumenti di debito e di capitale utilizzati.
Sono state riscontrate debolezze sui piani delle disposizioni riguardanti l'effetto di leva e il reimpiego dei fondi, della giustificazione degli importi assegnati a misure di ingegneria finanziaria, delle condizioni che giustificano il ricorso al trattamento preferenziale per il settore privato e le condizioni di ammissibilità per il capitale circolante.

La Corte formula raccomandazioni destinate alla Commissione per migliorare il quadro normativo per questi strumenti e contribuire alla loro efficacia ed efficienza. Prevedono, tra l’altro, di far sì che le proposte degli Stati membri siano giustificate da valutazioni del deficit di finanziamenti di qualità sufficiente, offrire un sistema di monitoraggio e valutazione affidabile, valutare la possibilità di fornire agli Stati membri strutture e strumenti semplificati e collaudati, in modo da velocizzare l’attuazione e ridurre i costi di gestione, individuare e stabilire requisiti di leva minimi e criteri minimi per il reimpiego dei fondi.

A margine della relazione Patrizia Toia in una nota rivela che si adopererà affinché «nella nuova programmazione 2014 - 2020 vengano inseriti i cambiamenti necessari affinché le Pmi possano davvero accedere ai fondi europei. La programmazione messa in atto dall’Ue negli ultimi anni ha cercato di semplificare la possibilità di accesso ai finanziamenti da parte delle Pmi. Sicuramente molto è ancora da fare. Terremo conto della necessità di far sì che le proposte degli Stati membri siano giustificate da valutazioni del deficit di finanziamenti di qualità sufficiente, di cui tener conto al momento di approvare le misure; di creare un sistema di monitoraggio e valutazione affidabile e tecnicamente valido; e anche di valutare la possibilità di fornire agli Stati membri strutture e strumenti semplificati e collaudati, in modo da velocizzare l’attuazione e ridurre i costi di gestione, così come indicato dalla Corte».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1947,00.html


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