English version

Rifiuti riciclati, risorse d’Europa

Data: 17/04/2012

Imposte, divieti su discariche e incenerimento, programmi di responsabilizzazione: un mix di strumenti che per la Commissione europea può spingere al virtuosismo del riciclo. E che crea posti di lavoro.


16 Aprile 2012


Gli Stati membri più virtuosi (Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi) hanno percentuali di riciclo dei rifiuti fino al 70% e non interrano quasi nulla in discarica.
Altri Stati membri, invece, smaltiscono ancora oltre i tre quarti dei rifiuti.
Questa è la fotografia dell’Ue scattata dalla Commissione con una nuova relazione, per la quale una combinazione di imposte e divieti sulle discariche e sull'incenerimento, programmi di responsabilizzazione dei produttori e sistemi di "paga quanto butti" risulta essere la soluzione più efficace per incanalare i flussi dei rifiuti verso percorsi più sostenibili.

Affinché l'Ue riesca a conseguire gli obiettivi fissati nella cosiddetta "Tabella di marcia verso l'impiego efficiente delle risorse" (ossia: zero conferimento in discarica, massimizzazione del riciclaggio e del riutilizzo, limitazione del recupero di energia ai rifiuti non riciclabili), si dovrà generalizzare a tutti gli Stati membri l'introduzione di questi strumenti economici.

Per il commissario per l'ambiente Janez Potocnik, in sei Stati membri uno smaltimento in discarica pari praticamente a zero si associa oggi a percentuali di riciclo elevate.
In tal modo questi Stati sfruttano il valore dei rifiuti e hanno contestualmente creato industrie e posti di lavoro.

L'esperienza insegna che il modo ottimale per migliorare la gestione dei rifiuti passa per una combinazione di vari interventi:
• imposte e/o divieti sulle discariche e sull'incenerimento;
• sistemi di "paga quanto butti", che si sono rivelati efficienti nel prevenire la produzione di rifiuti e incoraggiare i cittadini a partecipare alla raccolta differenziata;
• meccanismi di responsabilizzazione dei produttori, che hanno consentito a vari Stati di raccogliere e ridistribuire i fondi necessari a migliorare la raccolta differenziata e il riciclaggio.

Le differenze europee
La gestione dei rifiuti varia notevolmente da uno Stato membro all'altro: stando alla relazione pubblicata da Eurostat i sei Stati membri più avanzati in materia (Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi) conferiscono in discarica meno del 3% dei rifiuti urbani, percentuale che, all'estremo opposto, sale a oltre il 75% in nove Stati membri. Affinché l'Ue riesca a raggiungere gli obiettivi previsti nella sua normativa in materia di rifiuti e quelli fissati in materia di impiego efficiente delle risorse, occorrerà generalizzare gli strumenti citati a tutti gli Stati membri.
Nel contesto del riesame degli obiettivi dell'Ue in materia di rifiuti, previsto per il 2014, si vaglierà l'ipotesi di prevederne per legge l'obbligatorietà in alcuni casi.
La Commissione sta inoltre inserendo la buona gestione dei rifiuti fra le condizioni per l'ottenimento di determinati fondi europei.
Nel frattempo la Commissione esorta gli Stati membri ad attuare in modo più efficace la normativa sui rifiuti vigente. Nel 2008 il settore della gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell'Ue ha realizzato un fatturato di 145 miliardi di euro per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro.
La piena attuazione della politica unionale sui rifiuti ne potrebbe creare altri 400mila, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_1972,00.html


Pagina precedente