English version

Calano le emissioni in Europa

Data: 29/05/2012

Ma rimane lo scoglio delle quote di Co2 inutilizzate: 900 milioni i titoli in sovrappiù. La Commissione europea sta pensando a ridefinire il sistema Eu-Ets.

energia24.com


18 Maggio 2012


Emissioni in calo, ma troppe quote inutilizzate in circolazione. Il sistema Eu-Ets (Emissions trading scheme) sta procedendo su un doppio binario.
Da un lato, come emerge dai registri degli Stati membri, gli impianti che aderiscono allo schema per scambiare le quote di CO2 nei 27 Paesi più Norvegia e Liechtenstein, hanno ridotto complessivamente le emissioni del 2% nel 2011 rispetto all'anno precedente.

L'Eu-Ets funziona con il principio cap and trade: ci sono dei tetti massimi pluriennali, stabiliti dai vari Governi, alle emissioni che possono generare le circa 12.000 centrali e industrie nei settori più inquinanti in tutta Europa.
Ogni impianto riceve un certo numero di diritti di emissione, scambiabili sul mercato come fossero vere e proprie azioni.

Il loro valore, infatti, dipende da diversi fattori: un'eccedenza di quote determina un abbassamento del prezzo della CO2.
Gli stabilimenti che rimangono sotto la soglia assegnata possono conservare i diritti di emissione per utilizzarli in futuro, o venderli ad altre industrie che hanno superato i limiti. Il meccanismo dovrebbe ridurre l'inquinamento e favorire gli investimenti in efficienza energetica.

Il risultato del 2011, anche se appare modesto, «dimostra anche che il sistema Ets è ancora la chiave per una crescita a basse emissioni di carbonio in Europa», ha spiegato il commissario Ue per il Clima, Connie Hedegaard.
«Tuttavia - ha proseguito il commissario - le quote inutilizzate sono in aumento. La Commissione, come annunciato il mese scorso, sta riesaminando il profilo temporale delle aste della terza fase, per ridurre il numero di quote messo all'asta».

La terza fase dello schema Eu-Ets scatterà il primo gennaio 2013 con diverse novità rispetto alla seconda fase del periodo 2008-2012. In particolare, ci sarà un progressivo stop all'assegnazione gratuita dei titoli, introducendo appunto le aste, con un tetto unico europeo alle emissioni.

Il problema è l'attuale sovrabbondanza di quote: 900 milioni inutilizzate che stanno limando verso il basso il prezzo della CO2. Il rischio è che l'inquinamento torni a crescere: potrebbe essere più conveniente acquistare titoli deprezzati che investire, per esempio, in nuovi macchinari per ridurre i consumi di energia e quindi le emissioni.

Questo sovrappiù si deve in buona parte ai crediti internazionali, quei “meccanismi flessibili” previsti dal protocollo di Kyoto. Significa che le industrie possono realizzare progetti all'estero per ridurre la CO2, compensando così quella prodotta in patria.
Poi c'è da sciogliere il nodo delle compagnie aeree cinesi e indiane, che ancora si rifiutano di comunicare le emissioni dei voli effettuati da e per gli aeroporti europei.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_2012,00.html


Pagina precedente