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Caccia: a Bruxelles si parla di richiami vivi

Data: 12/06/2012

Approvato in Commissione Envi un emendamento presentato da Andrea Zanoni alla relazione sulla Strategia dell'Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015.

30 Maggio 2012


La Commissione Ambiente, Salute pubblica e sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo ha approvato, con 33 voti a favore, 16 contrari e 11 astenuti, una relazione che chiede alla Commissione europea di rafforzare la Strategia Ue per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015.

Durante la votazione sono stati approvati alcuni emendamenti proposti da Andrea Zanoni, uno dei quali prevede che "la legge quadro europea sul benessere degli animali debba includere misure volte a risolvere il problema del possesso di uccelli selvatici, catturati o allevati, utilizzati come richiami vivi nella caccia di uccelli migratori, in condizioni incompatibili con la loro natura".

Si parla, dunque, per la prima volta, di richiami vivi, che sono gli uccelli utilizzati nella caccia ai piccoli uccelli migratori canori in particolare nelle regioni del Veneto e Lombardia. Provengono da catture effettuate con le reti da uccellagione in deroga alla direttiva Uccelli 147/2009/Ue che le vieta.
Di norma sono di sesso maschile e appartengono a varie specie: Allodola, Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena, Merlo ma anche Fringuello, Peppola, Pispola e Prispolone.

Un uccello da richiamo, rileva Zanoni, per essere utilizzato deve poter emettere il canto nuziale, che in natura viene emesso in primavera. La caccia agli uccelli migratori viene però esercitata in autunno quando questi uccelli non cantano pertanto vengono sottoposti ad un trattamento artificiale che ne stravolge il proprio ciclo biologico al fine di farli cantare in un periodo innaturale, ovvero in autunno.
Il trattamento consiste nel simulare l'inverno, cioè la stagione che precede la primavera. Questi animali sono detenuti in primavera e in estate in locali quasi bui, con poco cibo; gli vengono strappate alcune penne delle ali, del corpo e della coda per indurre il cambio di piumaggio artificiale, ovvero la muta. Un trattamento che ha come risultato lo sconvolgimento del ciclo biologico con il risultato che canteranno in autunno o inverno.

Zanoni rimarca come l'Italia sia «l'ultimo dei paesi Ue che fa una di questa pratica. Ora seguirò l'iter di questa relazione che dovrà essere votata dalla Commissione Agricoltura e in seguito dal Parlamento europeo».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,74_ART_2033,00.html


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