Data: 26/06/2012
La scheda di valutazione annua della Digital Agenda presentata da Neelie Kroes conferma la necessità di riforme economiche strutturali e l'esistenza di posti di lavoro vacanti nell'Ict. Investiamo troppo poco in ricerca e sviluppo.
19 Giugno 2012
Per la vicepresidente della Commissione europea, Neelie Kroes, "i cittadini europei richiedono tecnologie e di opzioni digitali, ma i governi e l'industria non soddisfano questa richiesta. L'attaccamento a mentalità politiche e a modelli imprenditoriali del ventesimo secolo danneggia l'economia europea. L'Europa sarà eliminata dalla concorrenza internazionale se continueremo a restare inattivi".
Le parole tranchant di Kroes fanno da preludio alla scheda di valutazione per l'Agenda digitale della Commissione europea.
Alcuni sviluppi positivi Dalla scheda risulta che il 95% dei cittadini europei dispone di una connessione fissa a banda larga. Gli utenti e le imprese stanno rapidamente passando all'internet mobile, la cui adozione è cresciuta del 62%, e si contano 217 milioni di abbonamenti alla banda larga mobile. 15 milioni di europei si sono collegati per la prima volta nel 2011 e ora il 68% dei cittadini europei frequenta regolarmente internet e 170 milioni le reti sociali. Grecia, Portogallo e Irlanda hanno adottato l'amministrazione in rete per mantenere la qualità dei servizi pubblici. Oltre alla Repubblica ceca, il maggiore incremento nell'offerta e nell'uso dell'amministrazione in rete si è dunque verificato nelle economie con problemi economico-finanziari.
Punti dolenti: competenze che mancano per il lavoro che ci sarà In materia di Ict la metà della forza lavoro europea non ha competenze sufficienti per poter trovare o cambiare lavoro. Se il 43% della popolazione dell'Ue possiede competenze digitali di livello medio o elevato, circa la metà della forza lavoro non ritiene sufficienti le proprie competenze nell'attuale mercato del lavoro: quasi il 25% non ha competenze in materia di Ict. Questi problemi rendono difficile soddisfare le offerte di lavoro nel settore Ict, che saranno dell'ordine di 700.000 entro il 2015.
E-commerce che non decolla Gli acquisti online sono ancora un'attività nazionale. Il 58% degli utenti Internet nell'Ue effettua acquisti online ma soltanto uno su dieci lo ha fatto su un sito web con sede in un altro Stato membro. Le barriere linguistiche e le formalità burocratiche sono i maggiori problemi. L'utilizzazione del commercio elettronico da parte delle Pmi non è progredita.
Ricerca e sviluppo esigua Gli investimenti nella ricerca non tengono il passo necessario. La ricerca pubblica è stata risparmiata dalle misure di austerità, ma la crescita della spesa è nettamente inferiore al 6% annuo necessario per raddoppiare gli investimenti pubblici entro il 2020. Gli investimenti nella ricerca commerciale sono in calo. L'intensità di R&D nel settore Ict nell'UE è attualmente pari a meno della metà dell'intensità di R&D negli Usa.
Le Tlc in posizione dominante Le società di Tlc continuano ad addebitare ai loro clienti tariffe di roaming mobile eccessive. Nel biennio 2011-2012 altre società hanno interrotto questa pratica e hanno offerto pacchetti di prezzi o tariffe di roaming che rispecchiano i prezzi nazionali. Tuttavia in media i consumatori continuano a pagare per le chiamate in roaming tre volte e mezzo il prezzo delle chiamate nazionali.
Complessivamente, delle 101 azioni dell'Agenda digitale, 34 sono valutate completate, 52 sono a buon punto e 15 sono in ritardo o rischiano di essere in ritardo.
Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,76_ART_2062,00.html
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