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Two pack: governance solo con la crescita

Data: 26/06/2012

La stabilità economica non si raggiunge solo con il rigore e alla crisi del debito si risponde con il Fondo di redenzione. E poi con gli eurobond.


13 Giugno 2012


La prossima legislazione sulla governance economica dovrà essere rivolta alla crescita e il nuovo potere di veto della Commissione europea sui bilanci nazionali essere sottoposto a un maggiore controllo democratico.

Lo ha stabilito il Parlamento europeo approvando con procedura legislativa ordinaria due relazioni: quella presentata da Jean-Paul Gauzes (sui paesi in forti difficoltà finanziarie ) con 471 voti a favore, 97 contrari e 78 astensioni, e quella di Elisa Ferreira (sugli gli obblighi d'informazione sui bilanci per tutti i governi della zona euro) con 501 voti a favore, 138 contrari e 36 astensioni.

Le modifiche più rilevanti alla proposta della Commissione sono un nuovo capitolo sul coordinamento delle politiche economiche, una parziale condivisione del debito della zona euro e la tutela giuridica per i paesi a rischio default.
Il voto arriva dopo che la Commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo aveva approvato i due testi con una maggioranza non ampia per un mandato politico chiaro per i negoziati con il Consiglio.
Con il mandato del’Aula di Strasburgo ora i negoziatori del Parlamento possono cominciare il loro lavoro.

Strumenti di risposta
La posizione del Parlamento sul pacchetto legislativo prevede alcuni strumenti per un'immediata risposta alla crisi del debito. Il più rilevante è il Fondo europeo di redenzione che dovrebbe essere creato per condividere la frazione di debito dei paesi della zona euro che supera il 60% dei rispettivi Pil.
Il debito complessivo, che oggi ammonta a 2.300 miliardi di euro, sarebbe poi ripagato su un periodo di 25 anni a un tasso d'interesse medio più basso.
Questo sistema darebbe respiro alle finanze dei paesi che devono affrontare forti riforme strutturali e contribuirebbe a interrompere la spirale: aumento tassi d'interesse, maggior debito, minor crescita.

Come soluzioni a più lungo termine i deputati propongono che, un mese dopo l'entrata in vigore della legislazione la Commissione presenti una tabella di marcia per l'introduzione degli eurobond e una proposta per uno strumento di crescita capace di mobilitare l'1% del Pil l'anno, su 10 anni, per investimenti in infrastrutture.

L'esercizio dei nuovi poteri di sorveglianza della Commissione europea dovrebbe essere monitorato più da vicino dagli Stati membri e dal Parlamento europeo per garantire un maggior controllo democratico.
A tal fine si propone che questi nuovi poteri siano rivisti ogni 3 anni e che il Parlamento e il Consiglio abbiano la possibilità di revocarli.

Non si può tagliare tutto
Il testo che riguarda i poteri della Commissione sui paesi che rischiano il fallimento, così come emendato dal Parlamento, pone l'Esecutivo in una posizione più forte rispetto a quella prevista dalla proposta legislativa originaria, in particolare prevedendo un uso più frequente della maggioranza qualificata inversa per le votazioni in Consiglio. Entrambe le posizioni del Parlamento europeo sui due testi sottolineano la necessità di evitare che la disciplina fiscale sia di ostacolo alla crescita. Pertanto, la valutazione del bilancio paese per paese della Commissione dovrebbe evitare che i tagli ai bilanci blocchino investimenti che potrebbero creare crescita.

Il Parlamento europeo propone di escludere tagli su istruzione e sanità per i paesi ai quali sono richieste forti diminuzioni della spesa, in particolare per quelli in gravi difficoltà finanziarie.
La Commissione dovrebbe inoltre monitorare possibili effetti a catena per evitare che le difficoltà di un paese abbiano ripercussioni su altri.

Si propone anche che gli Stati membri siano obbligati a dettagliare i propri investimenti con un potenziale occupazionale e di crescita e che le scadenze per la riduzione del debito siano applicate in maniera più flessibile, tenendo conto cioè di circostanze eccezionali o di una grave recessione economica.

Le reazioni italiane
Antonio Cancian ha definito il voto odierno il vero passo verso una vera Unione monetaria, economica e politica».
Soddisfatto anche Alfredo Pallone, che ricorda come il Fondo di redenzione sia stato voluto dagli europarlamentari italiani proprio per coniugare le regole, ferree, con misure di sviluppo.
David Sassoli e Alberto Gualtieri si rammaricano che non sia passato per pochi voti l'emendamento sulla golden rule per gli investimenti. In merito Claudio Morganti sottolinea come la bocciatura dello scorporo degli investimenti produttivi dal calcolo del deficit non debba intimidire il perseguimento degli eurobond.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_2055,00.html


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