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Vino in Europa: a che punto siamo dopo le riconversioni

Data: 26/06/2012

Una relazione speciale della Corte dei Conti Europea fa il punto sugli obiettivi raggiunti dalla riforma dell'organizzazione comune del mercato vitivinicolo.


12 Giugno 2012


Con quasi il 60% della produzione mondiale l'Unione europea è il maggior produttore di vino. Ma negli ultimi venti anni vi è stato un significativo calo del consumo di vino nell'Ue, in particolare nei principali Stati membri produttori: Francia, Italia e Spagna. E tra il 2000/2001 e il 2008/2009 le importazioni di vino nell'UE sono anche cresciute a un ritmo superiore a quello delle esportazioni.
In tale contesto, un'eccedenza strutturale della produzione ha costituito una caratteristica costante del mercato vitivinicolo europeo nel corso degli ultimi decenni.
Lo ricorda una relazione speciale della Corte dei Conti Europea.

Per accrescere la competitività dei produttori di vino dell'Ue e per equilibrare la domanda e l'offerta settoriale, nel 2008 il Consiglio europeo ha introdotto una riforma dell'organizzazione comune del mercato (Ocm) vitivinicolo.

L'auditing della Cce
Il controllo di gestione svolto dalla Corte dei conti europea, illustrato nella relazione speciale n. 7/2012, ha valutato i progressi compiuti.
L'audit si è concentrato sulle misure di estirpazione e ristrutturazione e riconversione dei vigneti, che rappresentano i due settori di spesa più importanti.

La dotazione di bilancio disponibile per il regime di estirpazione nel corso del triennio di applicazione della misura (dalla campagna vinicola 2008/2009 a quella 2010/2011) è stata di 1,074 miliardi di euro.
Nel corso del decennio 2001-2010, alle misure di ristrutturazione e di riconversione sono stati destinati 4,2 miliardi di euro.

Al momento in cui è stata predisposta la riforma la Commissione europea stimava che l'eccedenza strutturale di vino fosse pari a 18,5 milioni di ettolitri. Alla fine, il regime di estirpazione ha ridotto la produzione Ue nel periodo 2008-2011 di soli 10,2 milioni di ettolitri l'anno, soprattutto perché non si sono concretizzate le ipotesi su cui si basava l'obiettivo iniziale.

La Corte ritiene anche che i tassi di aiuto siano stati fissati a livelli troppo elevati e che il regime avrebbe pertanto potuto essere più efficiente, conseguendo risultati più significativi con le risorse messe a disposizione.

La misura di ristrutturazione e riconversione, che ha l'obiettivo di accrescere la competitività dei produttori di vino mediante il versamento di compensazioni per la perdita di reddito durante il periodo in cui il vigneto viene adattato, e quale contributo alle spese di ristrutturazione e di riconversione, ha avuto un impatto significativo per grandi superfici a vigneti in tutta Europa.

Tuttavia, gli incrementi delle rese derivanti da una ristrutturazione senza alcun impatto percepibile sul consumo complessivo hanno parzialmente compensato gli effetti dell'estirpazione.

Le raccomandazioni della Cce
La Cce formula allora una serie di raccomandazioni all'indirizzo della Commissione europea, volte a migliorare l'efficacia della riforma del settore vitivinicolo.

Si tratta di fornire una stima dell'equilibrio tra l'offerta e la domanda nel settore vitivinicolo in base a dati aggiornati, tenendo conto della prevista liberalizzazione dei diritti d'impianto.

Qualora si dovessero ritenere necessarie ulteriori misure di estirpazione, dovrebbe essere evitata l'estirpazione di vigneti ammodernati, stabilendo criteri aggiuntivi di ammissibilità legati ai vigneti stessi e non solo all'agricoltore.

Data l'ampia gamma di operazioni definite dagli Stati membri nell'attuazione della misura di ristrutturazione, si dovrebbe procedere ad una più precisa definizione delle operazioni di ristrutturazione ammissibili, e in particolare di quelle consentite a titolo di miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti.

E se da un lato l'Ue finanzia la misura di estirpazione per ridurre la produzione eccedente di vino, dall'altro, le misure di ristrutturazione e riconversione comportano incrementi delle rese dei vigneti e, di conseguenza, della produzione in volume, che contrastano con l'obiettivo dell'equilibrio tra l'offerta e la domanda se non si garantiscono nuovi sbocchi di mercato.

Per la Corte la Commissione dovrebbe pertanto fare in modo che un adeguato mix di misure sia disponibile per risolvere tale contrasto.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,74_ART_2052,00.html


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