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Solare: per la Cina sarà una battaglia senza vincitori

Data: 21/08/2012

Lo pensa il vicepresidente della China Renewable Energy Society, Meng Xiangan: dazi europei provocherebbero misure cinesi nella riedizione di una lotta già disputata fra Cina e Usa.

energia24.com


02 Agosto 2012


Nessuno uscirà vincitore da un’eventuale guerra commerciale sui pannelli fotovoltaici: Cina ed l’Europa dovrebbero evitarla. Così Meng Xiangan, vicedirettore della China Renewable Energy Society, ha commentato le prime scaramucce tra le aziende asiatiche e quelle del Vecchio continente.

I produttori europei di moduli fotovoltaici, capeggiati dalla tedesca SolarWorld, hanno sparato il primo colpo chiedendo a Bruxelles di adottare dazi antidumping sui pannelli fabbricati in Cina.
La misura protezionista, secondo loro, sarebbe indispensabile per tutelare l’industria continentale, contro la concorrenza sleale determinata dalle sovvenzioni illegali rilasciate da Pechino alle sue imprese.

La risposta dei quattro principali produttori cinesi (Yingli, Suntech, Trina e Canadian Solar) è arrivata con la stessa potenza esplosiva: nessuna produzione sottocosto grazie a contributi contrari ai principi della concorrenza.
Il Governo, anzi, deve controbattere con “le misure necessarie per proteggere i nostri legittimi interessi”.

Una guerra commerciale tra Europa e Cina, secondo l’analisi dell’agenzia Xinhua, potrebbe seguire le orme di quella scoppiata tra il Paese del Dragone e gli Stati Uniti.
Se Bruxelles deciderà di penalizzare l’importazione di pannelli asiatici, Pechino potrebbe avviare iniziative simili contro i prodotti europei.

Dopo l’imposizione dei dazi americani, infatti, la Cina ha appena avviato indagine sulle importazioni dagli Usa di silicio policristallino (utilizzato nelle celle solari). Anche in questo caso, l’accusa è di presunta concorrenza sleale a causa delle sovvenzioni statali, violando così le regole del mercato internazionale.

I produttori cinesi di silicio si ritengono, infatti, danneggiati dalle pratiche commerciali a stelle e strisce in questo settore. Sullo sfondo, però, c’è lo spettro della sovrapproduzione: Pechino sa benissimo che i suoi pannelli rischiano di rimanere nei magazzini, senza una crescita più rapida del mercato interno.

Tanto che il nuovo obiettivo è raggiungere i 21 GW di potenza totale installata nel fotovoltaico nel 2015. I dazi europei potrebbero acuire il problema.
Lo stesso Meng Xiangan ha ricordato che l’industria del solare ha avuto “un’espansione cieca” negli ultimi anni.
Il boom del solare, invece, ha bisogno di regole più severe per controllare la produzione, investire in qualità ed efficienza dei pannelli, quindi non solo puntando sul low cos).

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_2119,00.html


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