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Occupazione: Fondo europeo per la globalizzazione

Data: 05/09/2012

Più di 21 000 lavoratori licenziati a causa della crisi economica e degli effetti della globalizzazione hanno ricevuto nel 2011 un aiuto del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per trovare un nuovo lavoro, come emerge da una relazione adottata ieri dalla Commissione europea. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione ha versato nel 2011 un totale di 128 milioni di euro per assistere questi lavoratori in dodici Stati membri (Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo).

La quinta relazione annuale sulle attività e sui risultati del FEG indica, per il 2011, un aumento del 50% dei contributi che il FEG ha versato agli Stati membri rispetto agli aiuti concessi nel 2010. Il Parlamento europeo e il Consiglio UE hanno adottato nel 2011 ben ventidue decisioni di attivazione dei finanziamenti del FEG.

La relazione descrive inoltre gli esiti di quattro contributi del FEG concessi in anni precedenti a tre Stati membri (Belgio, Svezia e Irlanda) al fine di dimostrare come il sostegno del FEG abbia aiutato i lavoratori licenziati a trovare nuovi posti di lavoro. I risultati sono incoraggianti poiché 2 352 lavoratori (il 45% dei 5 228 che hanno ricevuto in totale un aiuto del FEG) messi in esubero nel settore automobilistico, tessile e informatico hanno trovato nuovi posti di lavoro o sono diventati lavoratori autonomi entro la fine del periodo in cui è stato erogato il sostegno del FEG.

Nell'ambito della sua proposta relativa al prossimo quadro finanziario pluriennale per il 2014-2020 la Commissione ha proposto che l'UE continui anche in futuro ad esprimere solidarietà, per il tramite del FEG, ai lavoratori licenziati e alle regioni colpite. Essa ha anche proposto di estendere il suo campo di intervento anche ad altre categorie, come i lavoratori autonomi e i lavoratori temporanei.

La proposta della Commissione consentirebbe al FEG di reagire anche ai licenziamenti su grande scala causati da crisi impreviste nonché dagli effetti negativi degli accordi commerciali nel settore agricolo fornendo un aiuto transitorio agli agricoltori per agevolarne l'adattamento.


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