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Schulz in chat: il Parlamento è la difesa di un'Europa democratica

Data: 18/09/2012

Il Presidente del Parlamento europeo ha discusso con i cittadini in chat su Facebook di risposte alla crisi e di tenuta istituzionale. Con decisione.

Il tema della chat su Facebook fra il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, e i cittadini tenutasi oggi verteva su come reagire alla crisi economica.
È per questo che Schulz ci ha messo dieci minuti buoni per dare la prima risposta, dato che le domande, piovute a raffica, sono andate perlopiù fuori tema: dai confini alla Turchia, dal ruolo della Germania al federalismo, financo (tanti gli italiani presenti) al Movimento 5 Stelle.
Ma poi Schulz si è adeguato all'interesse popolare e c'è stato, venendone fuori con il piglio di un politico di razza e di ragione.

La prima risposta data a "come uscire dalla crisi" l'ha sintetizzata nel ruolo chiaro da dare alla Bce, negli investimenti da fare nei paesi con infrastrutture scarse, nello sviluppo da perseguire a livello regionale e nella necessità di un programma di microcredito.

Poi si è passati agli altri temi caldi, sentiti.
Per Schulz non va discussa l'Europa, ma il modo in cui la si governa. Per farlo serve un Parlamento più forte.
Ed è uno scandalo bello e buono, per Schulz, che il consiglio dei capi di Stato escluda il Presidente del Parlamento europeo dal tavolo delle decisioni importanti.
Il riferimento è alla troika, al caso del master plan di giugno. Nel momento delle decisioni con Barroso, Draghi, Van Rompuy e Juncker, ossia con Commissione Europea, Bce, Consiglio europeo ed Eurogruppo, ci deve essere anche il Presidente del Parlamento europeo se si vuole dare ai cittadini l'idea che nel processo democratico e di governo hanno un ruolo.
«Invieremo esperti alle negoziazioni con gli Stati», ha detto, sulla base delle indicazioni di Van Rompuy.
E comunque il Pe è pronto a combattere contro ogni tentativo di escluderlo dalle decisioni.

Anche perché sorge il dubbio che l'Europa debba essere a due velocità. «Lo è già - ha detto - nel momento in cui c'è un'area Euro e una non-euro, e in cui Paesi della prima spingono perchè altri ne escano. Questa è la genesi, non la risoluzione dei problemi. Lo stesso vale per Schengen. E l'alternativa non è la creazione di un superstato. Le questioni vere sono gli eurobond, la licenza bancaria per l'Esm, il ruolo chiaro della Bce, la lotta contro lo spread sui debiti sovrani».

Ma, allora, il prossimo piano finanziario poliennale potrà aiutare l'Europa a riprendersi? «Se lo facciamo sulla base delle proposte parlamentari, sì. Se lo facciamo su quelle della Commissione, forse. Se ci basiamo su quanto sostiene il Consiglio, no».

Schulz, insomma, si è ritagliato il ruolo di difensore del principio democratico che è alla base dell'Europa.
Tanto da sostenere l'elezione del Presidente della Commissione europea da parte del Parlamento.

Tenendo bene a mente che l'Europa non è un sistema presidenziale, ma a cui serve avere un processo parlamentare con tanto di maggioranza e opposizione.
Democrazia, insomma. Che serve a tutelare i cittadini anche per il tramite del multilinguismo (non tutti hanno le risorse per imparare una lingua straniera, ma debbono poter partecipare al processo democratico) e che vince l'euroscetticismo se fuga l'idea di ingiustizia sociale.
E domani ci saranno gli stati uniti d'Europa? Forse, non a breve, e senz'altro non all'americana.

QUI si accede alla trascrizione integrale della chat.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_2136,00.html


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