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I beni pakistani entreranno più facilmente nell’Ue

Data: 18/09/2012

Fino a tutto 2013 in vigore una franchigia per 75 prodotti, prevalentemente tessili. Morganti, Rossi e Salvini sottolineano i rischi per le imprese italiane.


14 Settembre 2012


In virtù di un regolamento approvato con 342 voti favorevoli, 97 contrari e 165 astensioni dal Parlamento europeo il Pakistan potrà, temporaneamente, esportare verso l'Ue più beni in franchigia, per rilanciare la ripresa economica delle sue regioni devastate dalle inondazioni.
Si tratta di una misura eccezionale, applicabile fino alla fine del 2013, che riguarderà le importazioni di 75 prodotti fra tessuti, abbigliamento, biancheria, etanolo e pellame.

Clausola di salvaguardia
Il Parlamento ha approvato una clausola di salvaguardia per proteggere l'industria europea e l'occupazione nei settori tessile, abbigliamento, etanolo e pellame da importazioni a basso prezzo.
La clausola prevede la possibilità per la Commissione europea di ripristinare le barriere tariffarie se le importazioni dei prodotti in questione nell'Unione europea dovessero aumentare del 25% o più.
Tale possibilità si concretizzerebbe anche nel caso il Pakistan imponga restrizioni alle importazioni nell'Ue di materie prime utilizzate per la produzioni del beni inclusi nel regolamento.

I contrari: fatto un favore alla delocalizzazione
La misura non ha mancato di sollevare obiezioni e di suscitare pareri fortemente contrari.

Claudio Morganti non usa mezzi termini: «accordi come questi sono la rovina dell'Europa». L’eurodeputato ritiene «delittuoso» l’accordo «perché contribuirà a dare il colpo di grazia all'industria tessile europea, specialmente a quella di Italia e Spagna. Gli aiuti, poi, non andranno alle popolazioni colpite dalle alluvioni, ma serviranno a far accrescere i fatturati di molte grandi imprese pakistane, già competitive a livello internazionale, e delle aziende che importano merci a basso costo».

Oreste Rossi concorda con Morganti: «in Pakistan non esiste alcun tipo di tutela sanitaria o pensionistica per i lavoratori, si sfruttano uomini, donne e bambini, pertanto è evidente che i prodotti tessili ad alto impiego di manodopera arriveranno nel nostro Paese, e in Europa, a prezzi estremamente bassi, a danno di tutto il settore».

Matteo Salvini si dispiace delle astensioni, che hanno anteposto «all'interesse dei cittadini gli ordini di scuderia imposti dai poteri forti di Bruxelles».
Salvini vede concreti rischi per il settore tessile italiano: «è ormai chiaro - dice - il disegno europeo che tende a favorire i poteri delle multinazionali che delocalizzano la produzione in Paesi a basso costo del lavoro, a danno dei nostri imprenditori e lavoratori».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,73_ART_2147,00.html


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