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Insegnanti nell’UE: riduzione o congelamento degli stipendi

Data: 08/10/2012

Sedici paesi europei hanno ridotto o congelato gli stipendi degli insegnanti in risposta alla crisi economica. Gli insegnanti in Irlanda, Grecia, Spagna, Portogallo e Slovenia sono i più colpiti dai tagli di bilancio e dalle misure di austerità, secondo una relazione pubblicata dalla Commissione europea in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti. Gli stipendi degli insegnanti in Bulgaria, a Cipro, in Estonia, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, nel Regno Unito, in Croazia e Liechtenstein hanno subito un leggero calo o sono rimasti invariati.

Tuttavia, la relazione 2011/12 sugli stipendi e sulle indennità degli insegnanti e dei capi di istituto in Europa (Teachers' and School Heads' Salaries and Allowances in Europe 2011/12) indica inoltre che in quattro paesi, Repubblica ceca, Polonia, Slovacchia e Islanda, gli stipendi degli insegnanti sono aumentati dalla metà del 2010, mentre in Romania sono quasi ritornati ai livelli precedenti alla crisi.

Dalla relazione emerge che, a partire dalla metà del 2010, la crisi economica ha avuto gravi conseguenze finanziarie per gli insegnanti: in un numero crescente di paesi sono stati operati tagli sia agli stipendi che alle indennità quali assegni per ferie e gratifiche.

In Europa lo stipendio massimo degli insegnanti con maggiore anzianità è in genere il doppio dello stipendio minimo dei neo-insegnanti. Ma dato che occorrono in media da 15 a 25 anni per arrivare allo stipendio massimo, le organizzazioni degli insegnanti temono che i giovani possano essere scoraggiati dall'accedere alla professione.

Se gli stipendi di ingresso tendono ad essere poco interessanti, quando si prendono in considerazione le indennità corrisposte per responsabilità aggiuntive o straordinari la maggior parte degli insegnanti si avvicina allora al livello massimo della retribuzione contrattuale che spetta agli insegnanti in molti paesi europei.

La relazione rivela inoltre che, sebbene tutti i paesi sostengano che il miglioramento dei livelli di rendimento di alunni e studenti sia una priorità assoluta, solo la metà dei paesi oggetto della relazione attribuisce indennità agli insegnanti sulla base dei risultati positivi del loro lavoro o di quelli degli studenti (Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Ungheria, Austria, Polonia, Romania, Slovenia, Finlandia, Svezia, Regno Unito e Turchia).


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