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Modifica del bilancio UE a favore di studenti, scienziati, ONG, imprese e regioni europei

Data: 24/10/2012

Ieri la Commissione ha adottato un bilancio rettificativo per rispettare i propri obblighi giuridici nei confronti dei beneficiari di fondi UE, in linea con la dichiarazione congiunta del Consiglio e del Parlamento europeo contemporanea all'adozione del bilancio UE per il 2012, che invitava la Commissione a chiedere ulteriori fondi "in un bilancio rettificativo qualora gli stanziamenti iscritti nel bilancio 2012 si rivelassero insufficienti per coprire le spese".

Ora che dispone di un quadro più completo dell'esecuzione del bilancio nel 2012, la Commissione calcola che siano necessari 9,0 miliardi di euro supplementari per far fronte alle richieste di pagamento e rispettare gli obblighi contrattuali e giuridici, soprattutto nei settori fondamentali per la crescita e l'occupazione in Europa.

Il programma Erasmus ha bisogno di altri 90 milioni di euro e rischia di dover ridurre drasticamente il numero di posti offerti agli studenti o l'entità delle borse di studio, con effetti particolarmente gravi per gli studenti provenienti da contesti familiari sfavoriti.

Per i programmi di ricerca, la Commissione ha bisogno di altri 423 milioni di euro, in parte per effettuare i pagamenti in tempo ed evitare di dover versare interessi di mora. La parte rimanente di questi fondi supplementari coprirà i prefinanziamenti riguardanti progetti per i quali è già stato sottoscritto un accordo. Non rispettare le scadenze significherebbe rimandare l'avvio di progetti fondamentali per la futura competitività dell'Europa nel mondo globalizzato.

Gli importi più elevati, tuttavia, sono quelli richiesti per le regioni europee nell'ambito della politica di coesione e dello sviluppo rurale, cioè circa 8,3 miliardi di euro di pagamenti supplementari.

L'incidenza di questo bilancio rettificativo sui contributi degli Stati membri dell'UE sarà tuttavia ammortizzata dall'aumento delle entrate del bilancio UE provenienti da altre fonti: 3,1 miliardi di euro di entrate supplementari, principalmente sotto forma di ammende comminate nell'ambito della politica di concorrenza e di altre sanzioni pecuniarie. L'incidenza netta per gli Stati membri ammonta quindi a 5,9 miliardi di euro.


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