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Tre cose che l'Europa ci intima di fare

Data: 30/10/2012

Nell'elenco di ottobre tre procedimenti d'infrazione contro il nostro Paese: discariche, licenziamenti collettivi, accise sul tabacco.


25 Ottobre 2012


Nell’ambito dei procedimenti davanti alla Corte di giustizia europea con richiesta di sanzioni pecuniarie, la Commissione europea ha deferito l’Italia per le discariche abusive e chiede che le vengano inflitte ammende.
La Commissione, infatti, esorta con urgenza l’Italia a bonificare centinaia di discariche illegali e incontrollate di rifiuti.

Nonostante una precedente sentenza della Corte di giustizia al riguardo (aprile 2007), sussistono ancora criticità in quasi tutte le regioni italiane e le misure in vigore non sono sufficienti per risolvere la criticità a lungo termine.
Su raccomandazione del Commissario per l’Ambiente, Janez Potocnik, la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea e chiedere che siano inflitte un’ammenda forfettaria di 28.089,60 euro e un’ammenda giornaliera di 256.819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell’infrazione.

La Commissione europea ha anche deferito l'Italia alla Corte di giustizia per non aver adottato misure al fine di attuare adeguatamente la legislazione Ue in tema di licenziamenti collettivi.
La legislazione italiana e la pertinente giurisprudenza escludono attualmente i dirigenti dalle garanzie procedurali legate all'informazione e alla consultazione dei rappresentanti dei lavoratori sul posto di lavoro. Per la Commissione l'esclusione dei dirigenti costituisce non solo una discriminazione ingiustificata contro gli stessi, ma può anche, in certi casi, determinare un indebolimento ingiustificato della tutela di altre categorie di lavoratori sul posto di lavoro.
In particolar può rendere più difficile raggiungere la soglia di licenziamenti richiesta dalla legge per attivare la procedura di informazione e consultazione.

Infine la Commissione europea sollecita l'Italia ad applicare senza discriminazioni le accise ai prodotti del tabacco.
Ciò significa che non può esigere sulle sigarette e sul tabacco trinciato a taglio fino di minor prezzo un'accisa minima tale da superare l'imposta sui prodotti più costosi sul mercato. Secondo le leggi italiane le accise sui prodotti del tabacco associano una tassa a importo definito e una tassa proporzionale. Se l'applicazione di questi due elementi non fornisce un gettito sufficiente, il diritto dell'UeE consente all'Italia di imporre ed esigere un importo fisso in euro (accisa minima).
Tale minimo, piuttosto elevato, viene applicato solo alle sigarette e al tabacco trinciato a taglio fino di minor prezzo. Ne deriva che i prodotti più costosi, la cui imposizione è inferiore al suddetto minimo, sono meno tassati rispetto alle alternative più economiche.
La normativa Ue in materia di accise non consente di tassare alcune categorie di prodotti meno che altre.
Tale prassi nazionale contravviene al principio della concorrenza leale e crea distorsioni di mercato.
Di conseguenza si sollecita l'Italia a modificare la propria normativa per uniformarla al diritto dell'Ue. In caso d'inadempienza la Commissione europea potrà deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Ue.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_2189,00.html


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