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Meno biocombustibili inquinanti in Europa

Data: 30/10/2012

Quelli di prima generazione emettono più CO2 dei carburanti fossili che vanno a sostituire. E la Commissione europea propone i propri rimedi.

www.energia24.com


24 Ottobre 2012


I biocarburanti possono inquinare anche più della benzina e del gasolio tradizionale.
Alla fine Bruxelles l'ha dovuto ammettere, con la proposta appena diffusa dalla Commissione europea per limitare gli effetti collaterali dei combustibili verdi (o supposti tali).

I biocarburanti, lo ricordiamo, derivano dalle biomasse, come il bioetanolo ricavato dalla canna da zucchero e il biodiesel ottenuto dagli oli vegetali.
Dovranno coprire il 10% dell'energia utilizzata nei trasporti nel 2020, ma su tale obiettivo si sono concentrate le critiche delle associazioni ambientaliste.

Il problema è il cosiddetto “Indirect land use change” (Iluc), il cambio indiretto dell'uso dei terreni provocato dai biocombustibili di prima generazione.
Questi ultimi, infatti, sono in concorrenza con le colture alimentari, perché le piantagioni energetiche occupano il suolo altrimenti destinato alla produzione di cibo. Significa, quindi, che l'agricoltura deve spostarsi altrove, danneggiando ecosistemi come foreste, torbiere e pascoli, con disboscamenti e coltivazioni intensive.

Tali ecosistemi, però, assorbono l'anidride carbonica presente nell'atmosfera; se spariscono per lasciare spazio ai campi, il bilancio complessivo delle emissioni di CO2 va in rosso. Considerando la CO2 generata indirettamente dalle attività agricole (perché non più assorbita dalle piante), e considerando anche le emissioni dei mezzi agricoli e del trasporto per fare arrivare la materia prima a destinazione, si scopre allora che un litro di biocarburante può essere più sporco di un litro di benzina.

Come ha spiegato il commissario per il Clima, Connie Hedegaard, «dobbiamo investire in biocombustibili che taglino davvero le emissioni inquinanti senza competere con l'alimentazione».
Così la Commissione ha chiuso parzialmente la porta al bioetanolo e al biodiesel di vecchio stampo, con un tetto massimo del 5% nel 2020.
Per arrivare al 10% di energia rinnovabile nei trasporti, gli Stati membri dovranno puntare anche sui carburanti verdi di seconda generazione, tra cui quelli provenienti dagli scarti agricoli, dai rifiuti organici e dalle alghe.

Bruxelles, inoltre, ha proposto di aumentare i sussidi proprio per questi biocombustibili innovativi; dopo il 2020, secondo la Commissione, gli incentivi dovrebbero andare solo alla benzina e al gasolio realmente bio, capaci di garantire “sostanziali” riduzioni della CO2.

Infine, l'Unione europea vorrebbe innalzare al 60% il risparmio minimo di emissioni inquinanti (rispetto ai carburanti fossili) per i nuovi impianti che producono biocombustibili.

Rimane scettica l'associazione Transport & Environment, che in una nota ha evidenziato le pecche della proposta Ue.
Manca una decisa sterzata verso la sostenibilità del biofuel, perché gli Stati membri potranno ancora contare sui prodotti di prima generazione, per diminuire del 6% le emissioni di CO2 come stabilito dalla direttiva sulla qualità dei carburanti.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_2186,00.html


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