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Bilancio Ue 2014-2020: è il momento di parlar chiaro

Data: 30/10/2012

Il Parlamento europeo sfida gli Stati membri a dire esplicitamente quali sono le politiche vorrebbero tagliare. La proposta è di investire in ricerca e competitività. Toia: siamo al bivio fra sopravvivenza e coraggio.

D.C.


23 Ottobre 2012


È un braccio di ferro fra Parlamento europeo e Stati membri. Qui si tratta di scegliere fra politica di sopravvivenza o di coraggio, facendo scelte selettive, di merito e di sviluppo.
Gli eurodeputati hanno chiesto un Quadro finanziario multi annuale che preveda investimenti per ricerca e competitività, come promesso dai leader Ue nel vertice dello scorso giugno.

Ma hanno anche sfidato i governi nazionali che chiedono tagli al bilancio a dire chiaramente quali sono le politiche che dovrebbero essere eliminate.
Lo hanno fatto con una risoluzione adottata con 517 voti a favore, 105 contro e 63 astensioni.

Data la necessità di garantire investimenti pubblici in crescita e occupazione, gli eurodeputati chiedono che le risorse destinate alla politica di coesione e a quella agricola siano mantenute almeno al livello del periodo 2007-2013, ovviamente migliorandone l'utilizzo.
Serve avere, poi, un sistema di finanziamento dei bilanci comunitari trasparente e senza meccanismi correttivi.

Diciamo ai cittadini chi siamo e cosa vogliamo fare
Dirimente in merito il parere di Patrizia Toia: «Con questo Quadro finananziario pluriennale l’Europa definisce cos’è, cosa fa e, soprattutto, cosa vuol fare nel futuro. Siamo di fronte ad una scelta cruciale tra un bilancio di sopravvivenza, di trascinamento, magari con un po’ meno risorse per tutti, oppure di coraggio, di scelte selettive, di investimenti per l’occupazione, per l’innovazione, per i giovani, cioè per il futuro dell’Unione Europea e la sua vocazione di sviluppo».

Il concetto che l’Europa può fare ciò che oggi i singoli Stati non riescono più a fare per l’economia, per lo sviluppo regionale, per i territori: «le grandi scelte europee rischiano, oggi, di essere soffocate dalle dispute ragionieristiche all’interno del Consiglio tra Paesi beneficiari e Paesi finanziatori. Noi diciamo che è un falso problema perché è facile dimostrare con le cifre e non con le parole, per quello che è avvenuto in passato, che i Paesi contributori a volte più degli altri si avvantaggiano della convergenza delle economie e della crescita».

Chi sbaglia posizione
Il Consiglio è al lavoro per preparare il summit del 22 e 23 novembre.
«È già cominciata la guerra di prese di posizioni di alcuni Stati che considerano il bilancio alla stregua di una qualsiasi voce di spesa che si può decurtare senza rimorsi, anzi magari utile a confortare un sentimento antieuropeo, facile da solleticare in tempi di crisi economica. Questa è una posizione sbagliata», conclude Patrizia Toia.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_2184,00.html


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