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Continuazione

Data: 20/06/2005

Il partenariato politico e di sicurezza
I partecipanti alla conferenza di Barcellona hanno deciso di istituire un dialogo politico anche mirato a perseguire alcuni obiettivi comuni in materia di stabilità interna ed esterna. Vi è l’impegno ad agire in conformità della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Sono più volte ribaditi i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali, comprese la libertà d’espressione, la libertà d’associazione, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

Vi è inoltre un impegno ad introdurre lo Stato di diritto e la democrazia nei loro sistemi politici, riconoscendo in questo quadro il diritto di ciascun partecipante di scegliere e sviluppare liberamente il suo sistema politico, socioculturale, economico e giudiziario.

Il partenariato economico e finanziario
La creazione di una zona di prosperità condivisa nel Mediterraneo presuppone necessariamente uno sviluppo socioeconomico sostenibile ed equilibrato nonché il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, l'aumento del livello di occupazione e la promozione della cooperazione e dell'integrazione regionale. La progressiva apertura dei mercati – con l’obiettivo di arrivare ad una piena integrazione con il mercato UE entro il 2010 – è condizionata, oltre all’armonizzazione di nome e standard industriali, anche a progressi concreti nel settore dei diritti umani a cominciare dalla non discriminazione, libertà d’espressione e libertà di associazione. In altre parole, la UE chiede ritiene indispensabile che alla democrazia economia si accompagni anche quella politica.

Il partenariato sociale, culturale e umano
Barcellona considera prioritaria anche il partenariato in ambito sociale, culturale ed umano finalizzato al ravvicinamento e alla comprensione tra popoli e ad una migliore percezione reciproca. Questo partenariato si fonda da un lato, sul riconoscimento e il rispetto reciproco di tradizioni, di culture e di civiltà diverse su entrambe le sponde del Mediterraneo e dall'altro, sulla valorizzazione delle radici comuni.

In tale ottica, la dichiarazione di Barcellona e il suo programma di lavoro pongono l'accento su: l'importanza del dialogo interculturale e interreligioso; l'importanza del ruolo dei mezzi di comunicazione di massa ai fini della conoscenza e della comprensione reciproca tra culture; lo sviluppo delle risorse umane nel settore della cultura: scambi culturali, conoscenza di altre lingue, attuazione di programmi educativi e culturali rispettosi delle identità culturali; la necessità di coinvolgere la società civile nel partenariato euromediterraneo.

Politica di Vicinato

La politica di vicinato, elaborata a partire dalla comunicazioni del 2003 - "Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" e "Preparare il terreno per un nuovo strumento di prossimità" – rappresenta un rafforzamento e salto di qualità ulteriore nell’ambito del processo di Barcellona. I programmi di lavoro e l’attuazione degli obiettivi degli accordi di Associazione vengono realizzati attraverso la definizione in comune di Piani di Azione, discussi, concordati e adattati alle esigenze e priorità di ogni singolo paese vicino. I progressi sulla via dell’integrazione con il mercato interno e sulla cooperazione economica e finanziaria saranno commisurati agli impegni assunti nei Piani di Azione – e rispettati – a cominciare da quelli relativi ai diritti umani.

La Politica di vicinato, anche attraverso questi nuovi strumenti, dovrà essere in grado di imprimere un nuovo sforzo alla cooperazione con i nuovi vicini, essa deve promuovere la sicurezza e la prosperità della regione.

Perché Sabir

Anche alla luce dell’importanza prioritaria che la Commissione Europea attribuisce al dialogo politico e culturale con i nostri vicini del Mediterraneo si spiega l’interesse della Rappresentanza in Italia della CE per questa iniziativa che ha contribuito ad organizzare e finanziarie.

Come il “Sabir” era la lingua franca del Mediterraneo, che consentiva scambi non solo commerciarli nella comprensione tra uomini, così anche l’Europa è alla ricerca di una lingua franca con cui dialogare, senza pregiudizi o lezioni da impartire, con i propri amici e vicini. L’Europa, la sua stabilità e pace, la sua stessa prosperità e sicurezza, sono intimamente legati ai rapporti e alla capacità di capirsi e collaborare che dimostrerà con i propri vicini. Solo riconoscendo e valorizzando questa interdipendenza e arrivando ad un’area di 700/800 milioni di persone che condividano prosperità economica – attraverso mercati, regole e standard comuni -, stabilità politica, sicurezza e dialogo culturale, potremo affrontare insieme le sfide crescenti della globalità.

L’Euro-Attualità:

Consiglio europeo di Bruxelles, 16 e 17 giugno 2005, Conclusioni della Presidenza. (vedasi sito web)

Sito web: http://europa.eu.int/italia

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