English version

Vino in polvere: via subito dal mercato europeo

Data: 13/11/2012

Così la Commissione Europea risponde a un’interrogazione di Mara Bizzotto, che invoca pene esemplari e la creazione di un fondo per sostenere le azioni legali.


09 Novembre 2012


I vini in polvere spacciati in Gran Bretagna per Valpolicella, Chianti o Barolo devono essere immediatamente ritirati dal mercato: l'Ue ha contattato le autorità italiane e britanniche affinché ne vietino subito la commercializzazione e mettano in pratica i provvedimenti necessari a prevenire qualunque uso illecito dei marchi Dop e Igp.

Lo riferisce, tramite una nota, l'europarlamentare Mara Bizzotto, prendendo dalla risposta ricevuta dalla Commissione europea alla sua interrogazione sul caso sollevato dalla trasmissione televisiva «Striscia la Notizia» circa un mese fa.

All'interrogazione ha risposto il Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, che ha ricordato come «i prodotti in questione non possano essere commercializzati utilizzando una denominazione di origine protetta o un'indicazione geografica protetta, nemmeno attraverso una semplice evocazione del nome», annunciando inoltre che la Commissione europea «durante l'ultima riunione del Comitato di gestione dell'Ocm unica, ha informato le delegazioni degli Stati Membri che tali pratiche violano le norme in materia di etichettatura nel settore vitivinicolo stabilite dalla legislazione europea».

Il caso
Questi falsi vini in polvere sono stati realizzati in Svezia e in Canada, per essere commercializzati in Inghilterra.
Tramite un kit acquistabile su Internet si assicurava ai consumatori una bevanda definita "vino italiano" in tre settimane, partendo da polverine, agenti chimici, mosto e trucioli di quercia.
Secondo le stime di Coldiretti nella sola Unione europea sarebbero oltre 20 milioni le bottiglie di vino ottenute da queste misture.

I rimedi
Soddisfatta della risposta Bizzotto: quanto detto da Ciolos «va nella direzione che auspicavo, a tutela di tutto il settore vitivinicolo del nostro Paese. Tuttavia molto resta ancora da fare, a livello comunitario, per combattere efficacemente il business illecito dell'agropirateria».

Bizzotto auspica anche «pene esemplari» e la creazione «di un apposito fondo comunitario, rivolto ai produttori, alle associazioni di categoria e ai consorzi, che serva a promuovere azioni legali contro chiunque metta in commercio questi falsi marchi che hanno il solo scopo di truffare i consumatori».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,74_ART_2207,00.html


Pagina precedente