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PIC: Non partire alla cieca

Data: 07/12/2012

PIC - Partire informati e consapevoli
di Bernd Faas


Non partire alla cieca

Un’esperienza all’estero ha un ruolo sempre più importante per la crescita personale e professionale nel tempo dell’economia globalizzata. Nelle aziende sta crescendo il fabbisogno di un collaboratore poliglotta che conosce profondamente lingue, culture e mercati stranieri. Contemporaneamente un percorso di crescita in una visione internazionale aumenta le opportunità individuali e la sicurezza del posto di lavoro.
Quando una persona sta per pianificare questo passo, deve considerare alcuni punti chiave che aiutano a prendere decisioni ponderate improntate al successo.


- Momento giusto
Già durante gli studi un’esperienza di stage garantisce un notevole miglioramento delle competenze e significa, nel momento della ricerca del lavoro, una marcia in più rispetto agli altri candidati. Le grandi aziende danno una crescente attenzione ad un percorso con periodi all’estero. Chi va all’estero subito dopo gli studi non rischia molto sul mercato del lavoro italiano, perché di solito ci vogliono mesi, se non anni, per inserirsi con la propria formazione. Chi invece ha già esperienze alle spalle, da un lato è facilitato nell’inserimento, dall’altro deve muoversi molto cautamente per non prendere una strada dequalificante all’estero.


- Durata
La durata minima è di tre mesi nel caso dello stage mentre la durata massima dipende dal caso specifico. Se si sta all’estero fino a due anni, rimangono aperte tutte le opzioni di un rientro facilitato con un bagaglio professionale e personale molto forte. Oltre questa durata le aziende potrebbero chiedersi se il candidato è ancora aggiornato sulla situazione in patria, sulle modalità aziendali ecc., in particolare se l’esperienza si è svolta in un paese molto diverso dalla nostra cultura occidentale. Chi sta fuori a lungo rischia di non disporre più di una rete di contatti che serve per reinserirsi nel lavoro in Italia. Per chi però è diventato un vero poliglotta e torna in Italia solo sporadicamente non ha naturalmente alcun limite temporale.


- Competenze da acquisire
L’estero permette di aggiungere al proprio know-how delle competenze che in Italia richiedono molto tempo oppure possono non venire neanche raggiunte, a partire dalla perfezione della lingua. L’adattamento, cioè il superamento delle difficoltà nell’integrazione, si basa sulle capacità di comprensione, flessibilità e apprendimento in un contesto culturale diverso dal proprio. Riuscire ad essere efficienti in un ambito di lavoro multiculturale aggiunge al bagaglio professionale quelle competenze che pochi hanno e che permettono di fare carriera più velocemente.


- Guadarsi in tasca
L´estero costa. Senza soldi in tasca non si va da nessuna parte. Prima di prendere decisioni è obbligatorio fare un "business plan" delle entrate e delle uscite. Le entrate possono essere: risparmio, "finanziamento" da parte della famiglia, prestiti da parte di amici, borse di studio, stipendio. Le uscite invece riguardano alloggio, vitto, viaggio, assicurazioni, trasporto locale, tempo libero. Alcune di queste voci non costituiscono "uscite nuove" perché anche a casa si spende per mangiare e per il tempo libero. La vita all’estero non costa a priori più che in Italia, al contrario si trovano molte situazioni dove stanza e tempo libero richiedono una spesa inferiore. Fondamentale per un budget realistico è il suo riferimento ad un luogo concreto, per esempio Londra o Newcastle. In ogni paese ci sono posti costosi e posti economici.


- Paese da scegliere
Al primo posto come scelta di attuazione troviamo quelli che sono importanti per l’Italia, cioè i paesi dell’Unione Europea e gli altri principali stati industrializzati. Hanno un mercato del lavoro accogliente per personale qualificato, aziende e culture paragonabili a quelle italiane e garantiscono un rafforzamento del curriculum vitae. Paesi con un’economia debole, con un sistema politico instabile, oppure esotici, in qualche caso possono essere il luogo per sviluppare il massimo delle proprie competenze ma potrebbero anche suscitare dei dubbi sulle caratteristiche della persona come “avventuriero”, “fugge dalla realtà”, “non si integra a casa propria”.


Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente link.


Fonte:Eurocultura.


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