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La siderurgia italiana al centro delle attenzioni europee

Data: 19/12/2012

Per il caso Ilva il Parlamento europeo riafferma il principio del “chi inquina paga”. E invoca un piano di azione ampio che ricrei la competitività del settore, dando lavoro.


17 Dicembre 2012


Approvando una risoluzione non legislativa sull'Ilva presentata dal presidente della Commissione petizioni, Erminia Mazzoni, il Parlamento europeo ha ribadito il principio di "chi inquina paga" e chiede alla autorità italiane di garantire il recupero ambientale del sito con estrema urgenza, obbligando chi ha causato il danno a sostenere i costi di bonifica.

Si richiede un piano Ue per aiutare l'intero settore, ma che sia compatibile con la salute e la sicurezza dei cittadini, integrando gli obiettivi economici a quelli sociali e ambientali.
Il ruolo delle istituzioni pubbliche sarà fondamentale, soprattutto perché si osserva che "la privatizzazione dell'Ilva non ha determinato alcun miglioramento della sicurezza ambientale".

Competitività del settore da ricreare
In un'altra risoluzione approvata con 351 voti a favore,125 contrari e 34 astenuti i deputati chiedono alla Commissione di predisporre con urgenza il piano d'azione in favore del settore siderurgico e ne delineano i principi di base.

Si chiede pertanto alla Commissione europea di includere anche il settore siderurgico nel processo in corso di revisione delle regole sugli aiuti di stato, sempre nel rispetto della legislazione europea sulla concorrenza e evitando possibili posizioni dominanti nel mercato.

La Commissione europea è chiamata a monitorare alcuni impianti italiani (Terni, Piombino e Trieste) che stanno subendo i maggiori contraccolpi in termini di perdita di competitività e di posti di lavoro.

Si sostiene anche che la ristrutturazione del settore si debba basare sulla responsabilità sociale e sul dialogo con la società civile.

È stato chiesto pure di estendere oltre il 31 dicembre 2012 il sistema di sorveglianza delle importazioni di prodotti siderurgici e di tubi d'acciaio.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_2267,00.html


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