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Aeroporti europei, crocevia di competitività

Data: 19/12/2012

Approvate dal Parlamento europeo le regole per proteggere i residenti dai rumori degli aerei e rendere più corretta la gestione degli slot per decolli e atterraggi. Rinviata in Commissione Trasporti la proposta per migliorare la concorrenza tra le società di servizi di assistenza a terra.


13 Dicembre 2012


Un regolamento sulle restrizioni operative negli aeroporti, approvato dal Parlamento europeo con 501 voti a favore,155 contrari e 8 astenuti, stabilisce che dovranno essere fissati e raggiunti obiettivi per abbassare i limiti dell'inquinamento acustico in ogni aeroporto.
Per permettere alle autorità locali di scegliere le misure di contenimento acustico più efficienti e meno care, i deputati hanno inserito delle priorità: andranno presi in considerazione gli aspetti legati alla salute, all'economia e alla società, seguendo l'"approccio equilibrato" stabilito dall'Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile.

Il Parlamento ha anche approvato, con una risoluzione che ha registrato 565 voti a favore, 69 contrari e 26 astensioni, le regole sul mercato secondario delle bande orarie, cioè sull'assegnazione e lo scambio degli slot di atterraggio e decollo.
Sono state pensate per fare in modo che gli slot non usati possano essere resi disponibili per i vettori interessati il prima possibile e in modo trasparente, ma senza che si pregiudichino i collegamenti tra gli aeroporti regionali e i principali hub.

E anzichè bocciare la proposta della Commissione europea sui servizi di assistenza a terra, come raccomandato dalla Commissione trasporti, l’Aula ha richiesto di continuare a lavorare sul testo per migliorarne l'efficacia e aumentare così la qualità dei servizi di handling negli aeroporti che contano più di cinque milioni di passeggeri l'anno.

Servizi di assistenza da liberalizzare con giudizio
Secondo Mara Bizzotto «una maggiore liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti avrebbe causato solo un aumento del precariato, andando contro gli interessi delle quasi 60mila persone impiegate in questo settore, mettendo a rischio i servizi stessi e senza oltretutto creare alcun vantaggio per i passeggeri: con il voto di oggi questo pericolo è stato, almeno per il momento, scongiurato».

L'Italia con il decreto legislativo n.18/1999 ha recepito la Direttiva 96/67/Ce, relativa alla liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti, fino ad allora affidati in esclusiva a una sola impresa (lo stesso gestore dell’aeroporto) in una situazione di sostanziale monopolio.

La Commissione europea ritiene che i presunti benefici ottenuti dalla liberalizzazione avviata nel 1996 non siano più sufficienti ad assicurare il buon funzionamento degli aeroporti, molto più trafficati rispetto a quindici anni fa.
In particolare, secondo l'esecutivo comunitario, il 70% dei ritardi sarebbe imputabile al malfunzionamento dei servizi di assistenza a terra: da qui la necessità di liberalizzare ulteriormente il mercato, aprendolo ad altri fornitori (minimo tre per i grandi aeroporti con più di 5 milioni di passeggeri l’anno) per ridurre i ritardi e la congestione degli aeroporti.

«Le stime della Commissione non trovano riscontro nella realtà - dice Bizzotto -. Secondo indagini mirate svolte dalla commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento Europeo, i servizi di assistenza a terra sono responsabili dei ritardi solo in una percentuale davvero minima, che oscilla tra lo 0,6% e il 4%. Non si capisce quindi perché Bruxelles abbia voluto portare avanti questo progetto, senza disporre di alcun dato specifico sulla materia: evidentemente la pressione delle grandi compagnie aeree che pensano di sgravare il loro bilancio riducendo i costi di assistenza a terra ha sortito il suo effetto».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,73_ART_2262,00.html


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